Cosa pensano di Mimmo Parisi in Mississipi

Categorie: Economia, Fact checking

Luigi Di Maio l'ha fortemente voluto in Italia per dare una mano a portare avanti la riforma dei centri per l'impiego che sarà fondamentale per il funzionamento del Reddito di Cittadinanza. Ma negli USA non tutti pensano che quello del Presidente di ANPAL sia stato un vero e proprio miracolo

Domenico “Mimmo” Parisi è uno degli uomini chiamati dal MoVimento 5 Stelle a far funzionare il Reddito di Cittadinanza. Il professore dell’Università del Mississipi, inventore della figura del “navigator” è stato chiamato dal governo a dirigere Anpal, l’agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro. Ma mentre l’erogazione del RdC è già iniziata la tanto promessa riforma dei centri per l’impiego, che dovrebbe costituire la spina dorsale del sistema del Reddito di Cittadinanza per la creazione di nuovi posti di lavoro, tarda ad arrivare.



I 25 milioni tolti ai centri per l’impiego dal Decretone

Nel frattempo però, scriveva ieri su Repubblica Valentina Conteventicinque milioni di euro (in tre anni) sono stati tolti dalle risorse dirette ai centri per l’impiego e dal fondo che alimenta il reddito di cittadinanza per essere destinati, da un emendamento arrivato nottetempo alla Camera durante l’iter di approvazione del decretone, ad acquistare il software caro a Mimmo Parisi, presidente Anpal. Da mesi i deputati del PD, in testa Debora Serracchiani, chiedo al governo di fare luce sui sospetti di conflitto d’interessi del neo Presidente dell’Agenzia che è anche l’autore del software utilizzato negli USA per incrociare domanda ed offerta di lavoro.



Qualche tempo fa il Ministero del Lavoro precisava in una nota che «non esiste alcuna norma che intenda consentire ad Anpal la possibilità di affidare in modo diretto la realizzazione del case management per l’incrocio domanda offerta».Il comma inserito nel Decretone dovrebbe in teoria “risolvere” il problema dell’eventuale conflitto d’interessi.



Come funziona il sistema Parisi in Mississipi

Ma sulla figura del professore della Mississippi State University e direttore della National Strategic Planning and Analysis Research Center (NSPARC) continuano a spuntare notizie circa il suo successo negli Stati Uniti. Non si tratta solo dell’articolo scritto dallo stesso Parisi nel 2016 in cui spiegava che uno dei fattori chiave dell’aumento del tasso di occupazione nel Mississipi era stato l’arrivo della Nissan (nel 2003). L’apertura della fabbria non solo ha creato migliaia di posti di lavoro facendo aumentare il PIL statale ma tramite l’indotto ha anche favorito la creazione di 2,9 posti di lavoro per ogni operaio impiegato in fabbrica.

Marco Taradash, Candidato con +Europa alle Europee di maggio, ha pubblicato un tweet in cui parla della “manipolazione dei dati” sull’occupazione nel Mississipi. La vulgata governativa statunitense (e di riflesso quella di Di Maio) racconta che è stato proprio grazie alla App sviluppata da Parisi (dal nome Mississipi Works) che il tasso di occupazione è aumentato. E la promessa è che lo stesso accadrà in Italia. In questo articolo pubblicato a fine marzo 2019 su Mississipi Today viene raccontato un interessante aneddoto. Durante un convegno sono stati riferiti dei dati reali che mostrano come molti giovani del Mississipi abbiano scelto di emigrare verso altri stati a causa della mancanza di lavoro. Brain drain, espressione che noi tradurremo con cervelli in fuga. Ma dove sono finite le grandi opportunità create dalla App di Parisi?

La risposta del professore è a dir poco sconcertante: «i numeri sono giusti, la narrazione è sbagliata» ha detto, spiegando che «la narrazione è molto più importante dei numeri». Perché? Perché basandosi sui numeri la situazione del Mississipi non è così rosea. Ma costruendo una narrazione in grado di attrarre investimenti da fuori (o anche solo ad evitare la “fuga dei cervelli”) allora si può invertire il trend. Insomma se si racconta che lo stato sta andando bene (anche se i numeri non dicono esattamente così) allora più aziende saranno interessate a creare posti di lavoro e ricchezza. Funziona? E chi può dirlo, perché in Mississipi il problema è che l’unico ad avere i dati è proprio il NSPARC di Parisi ma il pubblico però non può avere accesso al database. Curioso, visto che il centro fondato da Parisi riceve copiosi sussidi statali, anche il Governatore dello Stato è uno di quelli che si lamenta del fatto che i media hanno dato un’immagine “sbagliata” del Mississipi. Difficile però capire quale sia quella “giusta” visto che non è possibile avere i dati per analizzare il funzionamento del sistema messo in piedi da Parisi e che le uniche informazioni sono quelle fornite dal Governatore e dal NSPARC. Ora il professore si è preso un periodo sabbatico di un anno dall’Università per venire in Italia a replicare il “miracolo” ma la domanda è un’altra: c’è stato davvero un miracolo in Mississipi?

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