Si avvicina la fine per il percorso della giunta fantastica (come ebbe a definirla Marcello De Vito) del III Municipio. Oggi il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia in III Municipio ha firmato la mozione di sfiducia alla Presidente Roberta Capoccioni esponente del M5S molto vicina a Roberta Lombardi. Salvo imprevisti non rimane che formalizzare la questione non appena verrà calendarizzata la seduta del Consiglio municipale. Si avvia così alla fine l’esperienza M5S a III Municipio, che in caso di sfiducia verrà commissariato dalla Sindaca di Roma in attesa di nuove elezioni.
Al III Municipio le cose per il M5S vanno male da parecchio tempo ma negli ultimi due mesi la situazione è decisamente peggiorata. Con la fuoriuscita dalla maggioranza dei tre ex grillini “dissidenti” (Burri, Di Giacinti e Scamarcia) il MoVimento ha perso la maggioranza in consiglio. Qualche tempo prima infatti Donatella Geretto, eletta con il M5S, era passata a Fratelli D’Italia. La prima conseguenza è stata l’elezione di un nuovo Presidente d’Aula, ruolo che oggi è ricoperto da Vincenzo Di Giamberardino (FdI).
Di conseguenza la Capoccioni e la sua Giunta (di cui fa parte Giovanna Tadonio, moglie di Marcello De Vito) non hanno più i numeri per amministrare il Municipio. Era solo questione di tempo prima che le ex opposizioni si trovassero d’accordo su una mozione di sfiducia per la Presidente. Un primo tentativo solitario era stato compiuto dalla consigliera Burri a fine anno, ma senza successo.
Questa nuova mozione di sfiducia è già stata sottoscritta, oltre che dai quattro consiglieri di Fratelli d’Italia anche da Francesca Leoncini e Paolo Emilio Marchionne (entrambi del PD) e da Francesca Burrri e Donatella Di Giacinti.
Tra le motivazioni per la richiesta di sfiduciare la Presidente Capoccioni c’è il tema dei rifiuti. I consiglieri denunciano che la Capoccioni non ha saputo gestire l’ampliamento del servizio di raccolta porta a porta e soprattutto nulla è stato fatto rispetto al TMB di Via Salaria. Il tritovagliatore fu, nei primi mesi di insediamento della giunta municipale, uno dei primi punto di contrasto con la Burri che aveva proposto in consiglio una mozione (poi bocciata grazie al voto delle opposizioni) che chiedeva l’aumento dei turni dell’impianto da due al giorno per cinque giorni a tre al giorno per sette giorni in modo da contrastare le esalazioni. Le ex opposizioni denunciano ora che al contrario di quanto promesso in campagna elettorale “sono aumentati i conferimenti giornalieri”.