Visto che il consiglio comunale di Roma è fermo e la settimana scorsa ha lavorato ben cinque ore, i giornali romani cominciano ad occuparsi dell’amministrare con lentezza che coinvolge la Giunta Raggi così come i Municipi a guida M5S.
Nelle ultime due settimane infatti il presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito non ha potuto convocare l’Aula perché mancavano “cose” dell’esecutivo da approvare. Dalla giunta arriva poco e niente. Per oggi è però convocata la conferenza dei capigruppo che dovrebbe stabilire l’agenda dei prossimi lavori dell’Aula Giulio Cesare. Nel frattempo il Messaggero aggiorna i numeri dei lavori della Giunta Raggi, “scoprendo” che ha approvato finora 373 delibere, di cui 114 riguardano “risorse umane”, ovvero assunzioni di esterni, regolamenti, salari, codici di comportamento o altro. La percentuale è del 31% ma la parte divertente, in questo caso, è che dopo un anno era del 29%.
Il confronto con il passato è impietoso: nello stesso periodo erano 470 le delibere di giunta, di cui 88 relative ad assunzioni esterni e comandi dell’amministrazione Marino; Alemanno invece arrivava a 637 di cui 154 relative ad assunzioni di esterni. E le altre delibere?
Dopo il settore delle Risorse Umane (cioè quello delle nomine), ci sono la Ragioneria generale (9,2%) e il dipartimento Partecipate (9,2%). Seguono cultura, mobilità, ambiente e urbanistica.Tutti gangli vitali del Comune, e della vita della Capitale, che dopo 16 mesi non brillano di attivismo. Ciascuna voce incide infatti solo per circa 5%. Per scuola e sociale sono state licenziate in totale 10 delibere, per sicurezza e protezione civile 9. Il grosso sono le poltrone, dunque. Per l’esattezza gli atti su nomine sono arrivate a quota 98 (assunzione esterne, comandi, staff sindaca e assessori) per un totale dell’85,96% dei provvedimenti che riguardano le risorse umane: dopo dodici mesi si era arrivati al tetto dell’84%.
Le ordinanze della sindaca seguono più o meno lo stesso ritmo. In 16 mesi di governo sono state 317 di cui 196 dedicate sempre a nomine e revoche, conferimenti e spostamenti di dirigenti. Al secondo posto dei provvedimenti urgenti presi dalla pentastellata ci sono l’inquinamento e la circolazione. Ovvero le domeniche ecologiche e le aperture della Ztl. Ma sono state finora solo 57: il 17,9% di tutto il pacchetto.
Repubblica Roma invece aggiunta l’andazzo dei conti nei municipi già fatto dal Messaggero nei giorni scorsi:
Le minigiunte per ora hanno partorito 204 delibere. Con una distribuzione sbilanciata dalle parti del centro storico: ben 88 atti sono marchiati dal primo municipio della presidente dem Sabrina Alfonsi. Sotto Marino la produzione era di certo più corposa: 294 le decisioni votate dagli esecutivi municipali. Anche in questo caso i consigli delle ex circoscrizioni fanno da cartina da tornasole: in era Raggi il contatore è fermo a quota 687 deliberazioni, con Marino ne erano state votate 829.
E poi c’è l’estrinseca litigiosità delle giunte grilline: sono 18 gli assessori revocati dalle giunte M5S in 15 mesi di attività, con il XII Municipio che è in maggiore difficoltà e ne ha visti cacciati o sostituiti ben quattro. E mentre l’VIII è già caduto, anche il III Municipio è a rischio per la faida interna alla maggioranza ammessa anche dalla presidente Roberta Capoccioni.