Il rischio di due nuovi focolai del Coronavirus

Il brusco impennarsi del numero dei casi di Coronavirus a Bergamo e Cremona, ma pure a Brescia, fa pensare ad almeno due nuovi focolai e rende più fragili le certezze di contenimento espresse dal governo nei giorni scorsi. Ma gli occhi sono puntati soprattutto su Roma

Sale il numero dei malati per il Coronavirus, ora sono 1.835, e sale il numero delle vittime di COVID-19, 52 in totale, 18 in più nelle ultime 24 ore con il primo morto nelle Marche, un 88enne di Fano. L’ultimo bollettino della Protezione Civile conferma quello che da giorni ripetono gli esperti e che anche oggi ha sottolineato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro: i prossimi giorni saranno fondamentali per capire se le misure adottate sono davvero in grado di fermare il contagio o se, viceversa, ne serviranno di nuove e ancora più stringenti.



Il rischio di due nuovi focolai per il Coronavirus

Ci sono anche numeri positivi. I guariti sono arrivati a 149, 66 in più in un solo giorno. Non solo. Se ieri l’incremento dei malati era stato del 50%, oggi si è fermato a solo il 16%, con 258 casi in più. Di questi, inoltre, il 50% è asintomatico (o con sintomi lievi) e in isolamento domiciliare, il 40% è ricoverato con sintomi e solo il 10% in terapia intensiva. “Un dato confortante” dice il commissario Angelo Borrelli sottolineando che si tratta di una percentuale che ricalca il dato complessivo: su 1.835 malati, 927 sono in isolamento nella propria casa, 742 ricoverati con sintomi e 166 in terapia intensiva. Ma c’è un altro problema più cogente, illustrato oggi da La Stampa: potrebbero esserci due nuovi focolai di SARS-CoV-2 a Bergamo e Cremona:

L’allarme arriva dai numeri. In Lombardia i contagiati sono 1254. In provincia di Lodi sono 384 e si sapeva. Preoccupa invece il dato di Bergamo dove sono saliti a 243 e Cremona a 223, distanziando le altre province di oltre il 300% dei contagi. L’ipotesi di questi due nuovi focolai ha convinto Regione Lombardia a dedicare gli ospedali di Lodi, Seriate vicino a Bergamo e Crema in provincia di Cremona all’emergenza coronavirus. Se servisse, altre strutture sanitarie potrebbero essere coinvolte.



Se la Lombardia si attrezza, la preoccupazione arriva fino a Roma. Già un paio di giorni fa il premier Giuseppe Conte in riunione con il Comitato tecnico-scientifico e la Protezione civile erano stati informati della possibilità di un nuovo focolaio. Sotto osservazione era finito l’ospedale di Alzano vicino a Bergamo, nel timore che si fosse verificato anche qui un impazzimento del contagio come avvenuto nella struttura sanitaria di Codogno, nel Lodigiano, epicentro della zona rossa.

Coronavirus: i casi in Italia (Il Messaggero, 3 marzo 2020)

Ancora non ci sono certezze, ma il brusco impennarsi del numero dei casi a Bergamo e Cremona, ma pure a Brescia, rende più fragili le certezze di contenimento espresse dal governo nei giorni scorsi.



Gli occhi puntati su Roma

Ma gli occhi sono puntati anche su Roma. Dove attualmente i casi sono dodici (compresi quelli nel frattempo guariti) ma, come racconta oggi il Messaggero, il poliziotto del commissariato di Spinaceto positivo al Coronavirus ha trascorso la notte tra il 26 e il 27 febbraio nel triage del Policlinico di Tor Vergata prima di essere dimesso e rimandato a casa il giorno dopo.

Per questo ieri la direzione sanitaria e il Seresmi (Servizio Regionale Epidemiologia, Sorveglianza e controllo Malattie Infettive) hanno richiamato le 98 persone che hanno avuto accesso al pronto soccorso di Tor Vergata nei due giorni e che sono potenzialmente venute a contatto con il sovrintendente di 52 anni ora ricoverato allo Spallanzani. Di questi 15 risultano sintomatici e eventualmente saranno sottoposti al test per il Covid-19.

Mentre sono 6 tra medici e infermieri, un agente di polizia e due vigilantes in servizio presso l’ospedale che sono ora posti in sorveglianza sanitaria domiciliare, tutti asintomatici. Stesso percorso adottato per 5 colleghi del poliziotto con cui condivide l’ufficio. Particolare apprensione c’è per una collega che sabato ha svolto il servizio di pre-filtraggio e controllo allo stadio Olimpico in occasione di Lazio-Bologna. Comunque, gli agenti «sono tutti asintomatici – come sottolinea l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato -e il loro isolamento avverrà sotto la sorveglianza della Asl competente e in accordo con il dirigente dell’ufficio sanitario provinciale della Questura di Roma».

Coronavirus: i focolai in Italia (La Stampa, 3 marzo 2020)

E c’è un altro elemento che dà la misura della portata dell’emergenza: la Difesa, dopo una verifica effettuata in tutta Italia tramite il Comando operativo di vertice interforze, ha messo a disposizione della Protezione Civile un’ottantina di strutture – caserme, ospedali e basi logistiche – per un totale di 6.600 posti letto. L’ex ospedale militare di Baggio, a Milano, aprirà nelle prossime ore, con 50 posti letto, ma già sono pronte strutture dell’Aeronautica a Linate e Piacenza così come la base logistica di Colle Isarco (Bolzano) e quella di Roccaraso (L’Aquila) dell’Esercito, le basi dell’Aeronautica di Taranto, Trapani Birgi e Decimomannu (Cagliari). Al momento non è emersa la necessità di utilizzarli né, ha ripetuto Borrelli, ci sono “criticità per quanto riguarda le terapie intensive”. Ma è necessario essere pronti in caso di quarantena di massa. E l’Italia deve fare i conti anche con l’altro aspetto del coronavirus, il disastro economico che ogni giorno diventa sempre più evidente.

Leggi anche: Perché i prossimi sette giorni sono cruciali per la diffusione del Coronavirus?