Decreto emergenza Coronavirus: il premio di 100 euro a marzo 2020 per i lavoratori in sede

Categorie: Economia, Fatti

La bozza di decreto con le misure per fronteggiare l'emergenza Coronavirus. Il premio spetta a chi guadagni non più di 40mila euro l'anno ed è esentasse. Viene rapportato ai giorni di lavoro in sede e viene dato in via automatica dal datore di lavoro, se possibile nella busta paga di aprile o comunque entro il conguaglio di fine anno. Gli altri bonus

Un premio di 100 euro per il mese di marzo 2020 ai lavoratori dipendenti, pubblici e privati, che abbiano continuato a lavorare nella sede di lavoro. Lo prevede la bozza di decreto, suscettibile di modifiche, con le misure per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Il premio spetta a chi guadagna non più di 40mila euro l’anno ed è esentasse. Viene rapportato ai giorni di lavoro in sede e viene dato in via automatica dal datore di lavoro, se possibile nella busta paga di aprile o comunque entro il conguaglio di fine anno.



Il premio di 100 euro a marzo 2020 per i lavoratori in sede

La bozza prevede anche che i genitori lavoratori dipendenti del settore privato e i genitori lavoratori iscritti in via esclusiva alla gestione separata possano usufruire, per i figli fino a 12 anni di età, di un congedo straordinario per un periodo continuativo o frazionato fino a 15 giorni, con un’indennità pari al 50 per cento della retribuzione o di 1/365 del reddito. Poi c’è la sospensione dei soli adempimenti tributari, diversi dai versamenti e diversi dall’effettuazione delle ritenute alla fonte e delle trattenute relative all’addizionale regionale e comunale, per il periodo dall’8 marzo al 31 maggio 2020, rimanendo ferma la disposizione del decreto-legge del 2 marzo 2020, sui termini relativi alla dichiarazione dei redditi precompilata 2020. Per quanto riguarda i versamenti, la bozza di dl stabilisce delle disposizione specifiche per sostenere i titolari di partita Iva di minori dimensioni, individuati in base ai ricavi o ai compensi non superiori a 2 milioni di euro nel periodo di imposta precedente, per i quali le vigenti misure di contenimento della diffusione del virus Covid-19 hanno determinato maggiore incidenza sulla liquidità. Per questi soggetti, si legge nella relazione tecnica della bozza, “è consentito di non procedere ai versamenti, in scadenza nel mese di marzo, relativi alle ritenute alla fonte sui redditi di lavoro dipendente e assimilato, relativi alle trattenute dell’addizionale regionale e comunale, relativi all’imposta sul valore aggiunto e relativi ai contributi previdenziali e assistenziali, nonché ai premi per l’assicurazione obbligatoria”.

Decreto emergenza Coronavirus, le misure attese (Corriere della Sera, 15 marzo 2020)

Sul fronte della ripresa della riscossione, i versamenti tributari sospesi delle partite Iva che beneficiano della moratoria fiscale per l’emergenza coronavirus andranno effettuati, senza applicazione di sanzioni ed interessi, in un’unica soluzione entro il 31 maggio 2020 ovvero mediante rateizzazione fino a un massimo di 5 rate mensili di pari importo a decorrere dal mese di maggio 2020. Gli adempimenti sospesi andranno effettuati entro il 30 giugno 2020. La bozza prevede anche che sia consentito “sull’intero territorio nazionale, e fino al termine dello stato di emergenza di cui alla delibera del Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020, come misura di protezione individuale, l’uso di mascherine filtranti anche prive del marchio CE”. Il che sembra proprio una risposta indiretta alla Regione Lombardia che aveva bloccato quelle della Protezione Civile. In più, ke aziende produttrici che intendono avvalersi della deroga per produrle devono inviare all’Iss autocertificazione sulle caratteristiche tecniche delle mascherine,rispettando tutti i requisiti di sicurezza. L’Iss in 2 giorni si pronuncia circa la rispondenza delle mascherine alle norme vigenti. Confermati anche gli incentivi a fondo perduto alle imprese che già le producono.



L’indennità di 500 euro per gli autonomi

Agli automi sarà riconosciuta una indennità una tantum di 500 euro. L’indennità è prevista per professionisti e collaboratori, per gli stagionali, i lavoratori del turismo e delle terme, dell’agricoltura e anche per i lavoratori dello spettacolo. Inoltre si prevede una moratoria sui prestiti e sulle linee di credito di pmi e micro imprese che facciano richiesta alla banca o altro intermediario finanziario che ha concesso il credito, con garanzia pubblica al 33%. Secondo la bozza medici e operatori sanitari che sarebbero dovuti andare in pensione restano invece in servizio. Una bella mossa visto che i due terzi dell’attuale governo hanno varato insieme a Salvini quota 100. E ci sono anche 50 milioni per le mascherine. Le risorse saranno trasferite dall’Inail a Invitalia entro il 30 aprile. Previsto anche un credito d’imposta del 50% per le spese sostenute da chi ha attività d’impresa per la sanificazione degli ambienti e degli strumenti di lavoro, fino a massimo 20mila euro.

Coronavirus: le misure del decreto (Il Sole 24 Ore, 15 marzo 2020)

Tra le novità anche credito d’imposta al 60% del canone di affitto di marzo per gli esercenti di attività d’impresa di negozi e botteghe al fine di contenere gli effetti negativi derivanti dalle misure di contrasto al Covid-19. E arriva il Fondo per il reddito di ultima istanza per garantire un’indennità, ai lavoratori dipendenti e autonomi, compresi i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria che, in conseguenza dell’emergenza Coronavirus hanno cessato, ridotto o sospeso la loro attività o il loro rapporto di lavoro, e che nel corso del 2019 hanno prodotto un reddito da lavoro non superiore a 10.000,00 euro. Il Fondo è istituito nello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sarà un decreto del Ministro del Lavoro, da adottare entro trenta giorni dall’entrata in vigore del decreto, a stabilire i criteri di priorità e le modalità di attribuzione. In alternativa ai congedi parentali, i genitori lavoratori dipendenti con figli sotto i 12 anni potranno richiedere i voucher baby-sitter. Il bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting è previsto “nel limite massimo complessivo di 600 euro e viene erogato mediante il libretto famiglia”. Il voucher sale a 1000 euro per medici, infermieri, tecnici sanitari e ricercatori. Il testo, sottolineano fonti di governo, è ancora soggetto a revisione e dunque suscettibile di modifiche: sarà vagliato anche dai tecnici nel pre-consiglio previsto alle 16, prima di arrivare sul tavolo del Consiglio dei ministri in serata.



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