La manovrina del Governo Conte in arrivo, anzi no

Categorie: Economia, FAQ

Il M5S dice che c'è bisogno di una correzione nei conti pubblici prima dell'autunno, la Lega dice di no. E dietro c'è la gara a fare di Tria un infiltrato in vista della finanziaria

Bisogna fare una manovra correttiva per rientrare nei parametri di Bruxelles. Anzi no, non c’è bisogno di nessuna manovra correttiva per rientrare nei parametri di Bruxelles. Lega e MoVimento 5 Stelle agree to disagree su una questione di importanza non infinitesimale dal punto di vista simbolico. Perché il governo che doveva far tremare l’Europa farebbe da subito una brutta figura se accogliesse i diktat dell’Europa. Ma, racconta oggi il Fatto, ieri la sottosegretaria grillina all’Economia Laura Castelli s’è presentata in tv e, a domanda sulla necessità di una manovra correttiva per il 2018 vaticinata da Confindustria, ha risposto così: “Non lo so… Perché la verità è che pare di sì, ma ancora non ci sono delle informazioni così chiare”, comunque “se ci sarà la necessità di fare una manovra noi ovviamente saremo in grado di farla”. Frasi che non sono sfuggite a chi nel governo invece sostiene che se si parte così, si parte male.



Il rientro dal deficit (Il Messaggero 30 giugno 2018)

Proprio per questo ieri Matteo Salvini ha parlato di “fantasie di Confindustria” mentre Giuseppe Conte, interrogato tra un bullismo e l’altro, in conferenza stampa a Bruxelles è stato evasivo. E soprattutto Giovanni Tria, il “guardiano” dei conti pubblici che già qualcuno definisce “infiltrato” di Bruxelles, aveva nei giorni scorsi detto tutt’altro, confidando nella comprensione della commissione per un disavanzo minimo e dovuto ad eventi congiunturali. Ora, è evidente che quel che dice la Castelli non è Vangelo, ma serve alla narrazione di un governo in cui i 5 Stelle sono dipinti come i guardiani dell’Europa e i leghisti come i ribelli. Tutto funziona, anche nei sondaggi. E nei prossimi mesi, quando si comincerà a lavorare alla Legge di Bilancio, sarà Tria a finire sul banco degli imputati. Con l’accusa di scarso ribellismo.

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