Barbara Lezzi e il complotto del M5S contro Di Battista

Categorie: Fatti, Politica

La ministra che aveva detto no al TAP ma poi ha detto sì al TAP se la prende con i compromessi (altrui) di governo. E dice che la sospensione dei tre europarlamentari colpisce Alessandro Di Battista

Da quando non è più ministra la senatrice Barbara Lezzi esterna molto di più in chiave complottistica e, chissà perché, ce l’ha spesso con “i vertici” del MoVimento 5 Stelle. Oggi in un post su Facebook collega la sospensione di Rosa D’Amato, Ignazio Corrao e Piernicola Pedicini per un voto contrario al gruppo alla volontà di “indebolire” Alessandro Di Battista.



Barbara Lezzi e il complotto del M5S contro Di Battista

«Parliamoci chiaro. Colpire Ignazio Corrao e Rosa D’Amato rimuovendoli dal ruolo di facilitatori e sospendere per un mese Piernicola Pedicini significa isolare Alessandro Di Battista, reo di aver presentato una proposta», scrive la Lezzi su Facebook. E continua: «Parlare di temi, presentare proposte e chiedere di non rinnovare alla guida della più potente partecipata di Stato un inquisito, è diventato per il M5S uno stigma» (si riferisce all’ENI e a Descalzi). «Bastava dire, da parte dei presunti vertici, che non c’è interesse per la proposta. Del resto, io stessa ho chiesto al capogruppo in Senato di organizzare una riunione per discuterne con lo stesso Alessandro ma mi ha risposto il vuoto pneumatico. Attenzione, il vuoto e non un diniego. Per dire NO ci vorrebbe un po’ di coraggio nei confronti di quella buona parte del M5S che, invece, ne vorrebbe parlare. Eppure le riunioni tra noi sono numerose e convocate anche da chi non ha titolo per farlo. È, evidentemente, più facile, per i presunti vertici, sedere al tavolo con Franceschini, la Boschi e Salvini che confrontarsi con Alessandro Di Battista».



«Il M5S che non si concentra sui temi da portare avanti e si avviluppa su dinamiche interne da sottobosco per colpire bersagli sgraditi, è un Movimento debole pronto a scendere a qualsiasi compromesso pur di mantenere quella piccola percentuale utile a garantire sempre qualcuno a scapito di idee, progetti, soluzioni. E, soprattutto, a scapito di quello di cui il Paese avrebbe davvero bisogno», dice la senatrice che da ministra aveva annunciato il no al TAP salvo poi rimangiarselo, ma oggi odia i compromessi (altrui). E poi va all’obiettivo: la costituente grillina non le piace.

Si predica unità nazionale, coesione e partecipazione in questo momento drammatico e il M5S diventa un cannibale dimostrando, così, tutta la sua fragilità. Fragilità e debolezza che sono alla base di quella insana proposta di una costituente fondata da chi si eleva al di sopra di tutto e di tutti e si nomina padre nobile ma per farlo, e per far ingoiare ai nostri iscritti una ennesima ratifica del già tutto deciso e apparecchiato, deve necessariamente spezzare le gambe a chi vorrebbe prima parlare e stabilire gli ulteriori obiettivi del Movimento, del come raggiungerli e poi con chi farlo.



Lezzi si è aggrappata al tavolo di Di Battista per rientrare evidentemente in gioco. Di Battista lo sa?

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