Anna Rita Biagini, la residente del Pilastro che ieri ha accompagnato Matteo Salvini a suonare i campanelli a presunti spacciatori racconta al Corriere della Sera di «non avere paura per essersi mostrata vicino a Salvini, anche perché tutti sanno che denuncio gli spacciatori e il degrado della zona, piuttosto ho paura certe sere a uscire». A Mattino 5 Salvini questa mattina l’ha definita «una mamma, che ha perso un figlio per droga, ha denunciato lo spaccio nel suo quartiere».
Il Corriere di Bologna scrive che «durante il giro al Pilastro del leader leghista, la 61enne ha raccontato a Salvini di aver perso suo figlio all’età di trent’anni a causa in un’overdose». Ed al Corriere della Sera la signora Biagini spiega: «Mio figlio è morto di overdose a trent’anni, per questo combatto lo spaccio. In realtà lui era malato di Sla e purtroppo era tossicodipendente. Quando le suoi condizioni erano peggiorate tanto da ridurlo su una sedia rotelle ha deciso di farla finita e lo ha fatto nel modo che conosceva, facendosi una dose letale».
Un suicidio quindi, una scelta dettata dalla malattia che – a quanto pare di capire – pensava non gli avrebbe lasciato scampo. Non una overdose accidentale come capitava spesso negli anni Ottanta ai tossicodipendenti. Chissà se prima o poi Salvini farà una riflessione sulle persone che si trovano nella stessa condizione del figlio della signora. Nel frattempo su Facebook la signora Biagini – che in queste ore è oggetto di critiche ed attacchi – ci tiene a ribadire che «il mio lutto sono cazzi miei» e che il figlio aveva la SLA.
In un altro commento scrive che «il Capitano non ha assolutamente detto nulla su mio figlio». Ma non è vero perché Salvini ha dedicato tweet e dichiarazioni alla vicenda del figlio morto per droga.
Oggi a Fanpage la signora Biagini ha spiegato di aver iniziato la sua battaglia contro la droga e gli spacciatori proprio dopo la morte del figlio: «era purtroppo tossicodipendente e malato di Sla, si è suicidato con una overdose quando aveva trentanni» e da allora collabora in maniera informale con le forze dell’ordine segnalando i casi di spaccio e le persone che vendono le sostanze stupefacenti. A Fanpage la donna rivela anche alcuni particolari sulla “passeggiata” salviniana spiegando che l’incontro avrebbe dovuto essere un incontro privato per fare due chiacchiere sulle condizioni del quartiere e che era stato organizzato qualche ora prima con i vertici della Lega (all’inizio del video un uomo dello staff suggerisce alla signora come e dove posizionarsi e di parlare più lentamente). Non si sente usata da Salvini ma, confessa, «se sapevo che sarebbe finita così non avrei accettato»
Leggi anche: Anna Rita Biagini: come Salvini al citofono ha usato il dolore di una madre per fare propaganda