Il Giornale e l’immobile “fantasma” del padre di Di Maio

L’edificio, che non esiste al catasto, risulta invece dalle mappe satellitari della proprietà di Mariglianella

Nei giorni scorsi Luigi Di Maio è finito nei guai per la storia del condono edilizio del padre e per la meravigliosa supercazzola che il bisministro e vicepremier ha utilizzato per “spiegare” i fatti, confermando riga per riga il racconto di Conchita Sannino su Repubblica. Della storia parla oggi Pasquale Napolitano sul Giornale:



A Mariglianella, piccolo centro a un tiro di schioppo da Pomigliano d’Arco Antonio Di Maio (padre del ministro del Lavoro) compra due terreni e un fabbricato. Qual è l’anomalia scoperta dal Giornale? Visionando gli estratti satellitari salta fuori (fotografato) un immobile fantasma. Non censito al catasto. E nemmeno nell’elenco dei fabbricati intestati a Di Maio senior. […]

Nel 2000 Antonio Di Maio, padre del ministro, firma davanti un notaio l’acquisto di due terreni e un fabbricato nel Comune di Mariglianella. Ne acquista però solo il 50 per cento, sia dei terreni che del fabbricato. Al 18 novembre, Di Maio senior risulterebbe (dagli atti depositati in Conservatoria) ancora proprietario dei terreni. I due appezzamenti ricadono in un’area che il Piano regolatore generale del 1983 del Comune di Mariglianella (ancora vigente) destina alla realizzazione di attrezzature sportive ed edifici scolastici. Al momento del passaggio di proprietà non risulterebbero immobili realizzati sui due terreni.



Qual è l’anomalia che emergerebbe dai documenti visionati da il Giornale? Nel database in possesso degli uffici dell’Agenzia del Territorio (ex catasto), Di Maio padre sarebbe titolare solamente delle due particelle di terreno: la n.1309 e n.811. Sia nei documenti in mano al notaio che in quelli depositati agli uffici dell’ex catasto non emergerebbero immobili o manufatti sui due terreni.



L’immobile già esisteva al momento del passaggio di proprietà ma non è stato inserito nell’atto notarile? In questo caso la legge prevede l’annullamento dell’atto. E dunque l’azzeramento del passaggio di proprietà. L’immobile, in muratura, sarebbe stato costruito successivamente? Però, in questo caso non risulterebbe nel database dell’Agenzia del territorio. Se il padre del vicepremier avesse costruito dopo l’immobile avrebbe avuto l’obbligo di darne comunicazione
all’Agenzia del Territorio.

Perché il Comune per l’applicazione dei tributi (Imu, tassa sui rifiuti) si aggancia ai dati registrati al catasto. La seconda presunta anomalia. Per costruire il manufatto, il genitore del ministro avrebbe avuto bisogno di un’autorizzazione edilizia. E pare che al Comune non risulterebbero licenze edilizie rilasciate negli ultimi anni su quella particella di terreno. E qualora fosse stata rilasciata una licenza, i paletti sarebbero stati molto ristretti: strutture scolastiche o edifici di interesse sportivo e collettivo.

Ma l’immobile non sarebbe né una scuola né una struttura sportiva ma dal rilievo fotografico sembrerebbe un deposito per attrezzi di lavoro. Attrezzi per un’attività edile. Potrebbe aver in tasca una pratica di condono in corso? Ma quale? La Campania non ha aderito all’ultimo condono mentre le altre sanatorie risalgono agli anni antecedenti al passaggio di proprietà dei terreni. E quindi, la richiesta di condono pendente andava inserita nell’atto notarile. Il padre del vicepremier potrebbe essere titolare di una licenza? Licenza che però al momento non risulterebbe nei documenti ufficiali in mano agli uffici del Comune.

Il Giornale sostiene di aver chiesto spiegazioni all’ufficio stampa di Di Maio, senza ricevere risposta.

Osservando l’area su Google Maps si nota la presenza di un fabbricato a due piani con il tetto apparentemente sfondato (che però dovrebbe trovarsi fuori fuori dalla particella più piccola) se fosse all’interno della particella sarebbe evidentemente preesistente. C’è poi una struttura in muratura posizionata a sud della particella n.1309 altre strutture che sembrano dei capanni all’interno della particella n.811.

 

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