Perché la foto dell’americano con benda e manette può costare all’Italia l’estradizione

Carlo Bonini su Repubblica scrive oggi che quello scatto può costare all'Italia l'estradizione per i due accusati. Il racconto dei fatti ci fa anche scoprire che nella storia c'è una vecchia conoscenza delle cronache

Mentre un nutrito gruppo di analfabeti (funzionali) del diritto – tra i quali possiamo annoverare orgogliosamente un paio di ministri – fa la Ola alla pubblicazione della foto di Natale Hjorth bendato e ammanettato in caserma prima dell’interrogatorioCarlo Bonini su Repubblica scrive oggi che quello scatto può costare all’Italia l’estradizione per i due accusati. Il racconto dei fatti ci fa anche scoprire che nella storia c’è una vecchia conoscenza delle cronache:



I due cittadini americani vengono fermati dai carabinieri del Reparto Investigativo intorno alle 11 del mattino di venerdì nella loro stanza all’hotel Meridien Visconti. Sul posto, è il comandante del Reparto, il colonnello Lorenzo D’Aloia. È un ufficiale per bene. Che si è guadagnato la stima della Procura di Roma e molti nemici nel Corpo. Perché è l’ufficiale che ha fatto “girare” l’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi. Che si è sottratto all’omertà di Corpo contribuendo a individuare chi aveva depistato, nell’Arma, la ricerca della verità. […]

Per quello che l’inchiesta interna ha sin qui accertato, il capo pattuglia, un sottufficiale del Reparto, decide non solo che a Natale Hjorth non vengano tolte le manette. Ma che debba essere anche messo nella condizione di non poter vedere dove i militari lo stanno conducendo. Per questo, si sfila il foulard azzurro che ha al collo e lo stringe intorno alla fronte del ragazzo come una benda. Quindi, dopo averlo fatto sedere al centro della stanza, si allontana. Da quel momento in poi, nella saletta dove Natale Hjorth è stato parcheggiato comincia un via vai di militari. Alcuni dei quali appartengono anche alla stazione Farnese (quella del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega). Ed è uno dei tanti carabinieri che si avvicendano in questo passeggio indistinto a scattare la foto. Verosimilmente dalla porta finestra della sala che affaccia sul cortile interno.



E quindi, spiega Bonini:



La storia della foto della vergogna, le domande che sollecita, promettono ora di fagocitare tutto il resto. O, comunque, di diventare dirimenti negli umori dell’opinione pubblica americana tuttora prigioniera del fantasma di Amanda Knox. Fino al punto da poter orientare il Governo degli Stati Uniti nel valutare la possibilità di chiedere l’estradizione per i due “teneri” assassini di San Francisco armati di baionetta perché ne vengano assicurati i diritti di difesa all’interno del porto sicuro della giurisdizione statunitense. Perché, ora, di questo si tratta.

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