Il caso Marescotti nella Festa dell’Unità con Di Maio

L'invito al comico che aveva votato M5S e ha ritirato (simbolicamente) il suo voto diventa un caso con i renziani sul piede di guerra

Wanda Marra sul Fatto oggi racconta le difficoltà della Festa dell’Unità, che in questi giorni sta facendo arrabbiare molti attivisti, tesserati ed elettori dem per l’ideona (venuta a Maurizio Martina) di invitare Luigi Di Maio, il quale avrebbe accettato con la riserva di non avere un contraddittorio. La pietra dello scandalo però oggi è un’altra, ovvero l’invito a Ivano Marescotti, che sarà a Ravenna il 25 agosto:



QUANDO L’HANNO visto, i Renzi boys sono rimasti senza parole. Perché Marescotti ha votato Cinque Stelle (anche se dopo l’alleanza con la Lega si è detto deluso). E poi era quello che nel 2014,prima delle Europee, diceva del Pd: “Un partito che si definisce di sinistra e lavora per la peggior destra”. Non solo: è stato uno dei testimonial del No al referendum. Sembra uno schiaffo all’ex segretario, quello che nel 2016 la Festa nazionale (a Catania) l’aveva intitolata all’Italia che dice sì e quelle locali le aveva tutte schiacciate sulla propaganda referendaria, con conseguenti polemiche e contestazioni.

Marescotti è stato protagonista di tanti scontri televisivi con esponenti PD, soprattutto dopo le elezioni:



Ed è spesso andato a scontrarsi in questi mesi con esponenti renziani:



Quest’anno gli uomini di Renzi sono già sul piede di guerra. Anche perché le performance vengono pagate. “Paghiamo chi ci infama?”, è il commento sprezzante. Il neo segretario Maurizio Martina, che ha preso in mano le redini dell’organizzazione, è fermamente alla ricerca di una formula che – nel modo più delicato e indolore possibile – lasci scolorire il renzismo e recuperi il Pd dei tempi che furono.E pazienza se non è chiaro né quale sia, né a chi parli.

La festa dell’Unità secondo Satira Dem (da: Facebook)

Il caso Marescotti è complesso, visto che l’attore ha detto di voler ritirare il voto al M5S dopo l’alleanza con la Lega. Ma è indice di un clima per niente sereno, aggravato dall’affaire Di Maio:

“Abbiamo sempre chiamato esponenti della maggioranza”, è la spiegazione dei martiniani. “Ci sarà anche qualche rappresentante della Lega?”.La risposta è incerta. Martina fu uno dei principali fautori del dialogo con i Cinque Stelle dopo le elezioni, per un governo insieme. E molti nel Pd sperano che –se il governo va in crisi – quel la possibilità ritorni.

Gira una locandina firmata “I love satira Dem”che la dice lunga su come la pensano i renziani: ipotizza un “Dibattito sulle scie chimiche”con Dario Franceschini e Gianni Cuperlo e “un collegamento in diretta con la villa di Beppe Grillo con Martina che spiccia casa”.

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