Come Centinaio e Di Maio se ne lavano le mani del regalo ai balneari (che pagheremo noi)

Categorie: Fact checking, Politica

Ieri alle Iene il Ministro delle Politiche Agricole e Forestali ha difeso la proroga di 15 anni della concessione ai balneari dicendo che fosse stato per lui avrebbe concesso trent'anni di proroga senza gara. E poco importa se rischiamo la procedura d'infrazione su una direttiva europea e multe salate. Per il vicepremier Di Maio meglio così che "dare le nostre spiagge alle multinazionali". Quali?

Ieri sera Filippo Roma e le Iene hanno affrontato la questione delle concessioni balneari. In Italia infatti i titolari di concessioni demaniali sulle spiagge pagano allo Stato un canone d’affitto irrisorio. Poco o nulla rispetto ai guadagni generati dagli stabilimenti che sussistono sugli spazi demaniali. Come ulteriore regalo il governo del Cambiamento poi ha deciso di partire alla carica contro la Direttiva europea Bolkestein, quella che prevederebbe di mettere a gara, con un bando pubblico ad evidenza europea, gli spazi demaniali e le concessioni in scadenza.



La multa che dovremo pagare per il regalo del governo ai balneari

Cosa hanno fatto invece Lega e MoVimento 5 Stelle? Nella legge di Bilancio hanno inserito un emendamento che esclude le concessioni balneari dall’applicazione della Direttiva Bolkestein che prevede che le le concessioni pubbliche (dei balneari ma anche dei venditori ambulanti) vengano di nuovo messe a gara. Un emendamento che costa caro ai cittadini. Non solo perché i balneari pagano pochissimo (mediamente 1,5 euro al metro quadro per le aree coperte e di 0,88 euro per quelle all’aperto) ma perché espone il nostro paese al rischio di una procedura di infrazione da parte della Commissione Europea. Il ministro delle Politiche Agricole e Forestali, il leghista Gian Marco Centinaio, ne è consapevole. Tant’è che nell’annunciare l’uscita unilaterale senza accordi dalla Bolkestein ha ammesso  che «Andremo al 99,9% in infrazione». Tradotto: gli italiani dovranno pagare una multa mentre i balneari potranno continuare a fare affari per i prossimi 15 anni. Multa che secondo Angelo Bonelli potrebbe arrivare fino a 300 mila euro al giorno.



Ad un certo punto il M5S e la Lega si sono fatti prendere la mano ed erano arrivati a presentare un emendamento che avrebbe consentito una sanatoria di due anni per le concessioni oggetto di contenzioso. La proposta è poi stata ritirata. Ma il problema rimane perché oltre a pagare un affitto bassissimo alcuni balneari il canone demaniale non lo pagano proprio e risultano morosi. Eppure anche per loro il governo gialloverde ha previsto la possibilità di accedere alla proroga – senza gara – della concessione fino al 2034.



Di Maio e lo spauracchio delle multinazionali che ci vogliono “rubare” le spiagge grazie all’Europa

Centinaio alle Iene difende la decisione del governo di proseguire con le proroghe automatiche. Questo anche se la direttiva europea prescrive che l’assegnazione debba essere fatta in maniera trasparente con una gara e senza proroghe automatiche. Anzi, Centinaio ribatte all’inviato delle Iene dicendo che fosse stato per lui «ne avrei dati trenta» di anni di concessione. Ovvero il doppio di quanto stabilito. Centinaio tergiversa anche su quando verrà emanata la legge per l’aumento del canone demaniale continuando a ripetere che la si farà «al momento opportuno». A quanto pare non prima delle elezione europee di maggio. Ad un certo punto il ministro promette che la si farà con la prossima legge di bilancio.

Nel frattempo però i balneari continueranno a fare come hanno sempre fatto. Anche se c’è qualcuno – come il titolare del Twiga Flavio Briatore – che chiede di rivedere le concessioni balneari: «Gli affitti delle concessioni balneari andrebbero rivisti tutti. E almeno triplicati» ha detto Briatore al Corriere qualche giorno fa spiegando che lui paga attualmente poco più di 17mila euro di concessione ma che un canone equo dovrebbe essere di almeno 100mila euro l’anno.

Anche il vicepremier e bisministro Luigi Di Maio ha confermato la netta chiusura del governo alla Bolkestein sulle spiagge spiegando – con le solite fregnacce – che c’è il serio pericolo che con una gara d’appalto pubblica «non condividiamo la Bolkestein come strumento per riscuotere i canoni dei balneari perché si mette a bando europeo uno spazio che sono le nostre spiagge e non è giusto». Eppure facendo una gara pubblica, trasparente, si potrebbe dare la concessione al miglior offerente. Di Maio non è d’accordo nemmeno su questo ed agita lo spauracchio delle multinazionali che si vogliono prendere le nostre spiagge: «sì però io la devo svendere ad una multinazionale straniera io non sono contento di fare soldi».

In rosso la parte occupata dal Lido Battistini ad Ostia che non fa parte della concessione originaria [Fonte: Report]
Verrebbe da chiedersi quale multinazionale sia interessata a comprarsi le spiagge e in che modo un’eventuale bando di gara aperto solo agli italiani possa impedire alla sussidiaria nazionale di una multinazionale di parteciparvi. Sembrerebbe quasi che il problema non sia la gara europea, ma la gara in sé. Ed infatti il governo ha tagliato la testa al toro con una bella proroga lasciando che i soliti noti possano continuare ad accampare diritti quasi feudali su un bene che è di tutti. Ma guai a parlare delle “lobby dei balneari” perché Di Maio vi ride in faccia. Lui, che per anni ha parlato di lobby in qualsiasi settore.

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