Omicidio del carabiniere, cosa dicono in America

Categorie: Opinioni

La storia dell’omicidio del carabiniere Mario Rega Cerciello da parte de due cittadini USA Lee Elder Finnegan di 19 anni e Gabriel Christian Natale Hjorth di 18 anni, entrambi californiani, è arrivata in America. ABC7 ha dedicato un servizio alla vicenda.



Tra i commenti dell’aggregazione su Facebook dell’articolo in molti segnalano che la fotografia scelta è inopportuna perché è presa dall’album del college ma ritrae un assassino:



C’è chi dice che la foto è da “bravo ragazzo” e accusa ABC di essersi già schierata per l’innocenza del ragazzo.



Nei commenti all’articolo pubblicato da Buzzfeed riguardo la vicenda c’è qualcuno che ipotizza un caso alla Amanda Knox, ma viene smentito nelle risposte: i poliziotti corrotti in Europa sono meno che in America e segnala che secondo lui Amanda è innocente come OJ Simpson.

Anche sulla pagina FB di Buzzfeed i commenti sono sullo stesso tono:

Della storia si parla anche sul Los Angeles Times, sul New York Times e sul Washington Post. Anche tra gli americani c’è chi si rammarica del fatto che in Italia non sia in vigore la pena di morte:

E c’è anche chi collega (ironicamente) la storia alla vicenda di A$AP Rocky, per la quale Donald Trump ha provato di nuovo a dichiarare guerra alla Svezia, auspicando l’intervento dei Kardashian pure qui; da segnalare anche chi dice che sarebbe il caso per l’Italia di costruire un muro, evidente richiamo al muro con il Messico di The Donald.

Intanto la famiglia di Elder Lee ha rilasciato un comunicato: “Siamo scioccati e sgomenti per quanto accaduto. Esprimiamo le più profonde condoglianze alla famiglia del brigadiere Mario Cerciello Rega”. Da San Francisco, i genitori del ragazzo hanno detto di non aver ancora parlato con il figlio: “Non abbiamo informazioni indipendenti sull’accaduto, non siamo stati in grado di avere comunicazioni con nostro figlio. Chiediamo il rispetto della nostra privacy durante questo momento difficile. I nostri pensieri vanno a coloro che sono stati colpiti da questa tragedia”, si legge. Il Messaggero racconta le mosse dell’ambasciata USA:

Sui social italiani c’è invece chi rimanda alla vicenda del Cermis, la funivia fatta precipitare da un aereo militare americano di stanza ad Aviano che tranciò i cavi provocando venti morti e nessun colpevole. Ieri il Dipartimento di Stato, tramite un portavoce, ha fatto sapere che gli Stati Uniti offriranno a Gabriel Christian Natale Hijorth e Finnegan Lee Elder l’assistenza consolare appropriata, «come sempre avviene nei casi di cittadini americani arrestati all’estero». Assistenza medica e legale, con avvocati e consulenti che parlano inglese per i due.

Per ora nulla di più, in attesa di comprendere bene i contorni della vicenda, perché sostengono i media americani – «sinora abbiamo solo la narrazione dettata dalla polizia». A palazzo Chigi, come alla Farnesina, si segue la vicenda con estrema attenzione per i possibili risvolti diplomatici che potrebbe avere l’arresto di due cittadini americani. I precedenti non mancano, ma stavolta fonti del governo sottolineano come la vicenda sia di una «tale gravità» e «priva di risvolti politici e militari» da non far «nemmeno ipotizzare» un intervento diplomatico su due ragazzi che hanno ammesso le loro responsabilità anche se si sono poi rifiutati di rispondere all’interrogatorio di garanzia. L’auspicio è che, in caso di condanna, scontino la pena in Italia.

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