Autostrade: Palazzo Chigi pronto a una costosa revoca delle concessioni

Tag:

Lo Stato incasserà i soldi dai concessionari subentranti. Ma non verrà evitato l’impatto sulle tasche dei contribuenti.

Palazzo Chigi è pronto alla revoca delle concessioni per Autostrade. Repubblica scrive oggi che l’infinita telefonovela tra il governo e i Benetton va finalmente verso la conclusione, e ora potremo vedere se la Lega onorerà la promessa di votarla. Spiega oggi Repubblica:



A differenza di Toninelli, il governo giallo-rosso ha preparato il terreno della revoca cercando di parare i colpi giuridici. Il premier, giunti all’ultima curva, vede delle controindicazioni sia nella “nuova” concessione sia nella cancellazione del contratto. Al dunque significa che entrambe le ipotesi sono percorribili. La decisione tocca al concessionario. Di fronte al “no” di Autostrade non sembrano esserci altri margini. I tempi sono molto stretti. A meno di un ripensamento dei prossimi giorni, di una chiamata in extremis. Sul tavolo ora c’è l’ultimatum dello Stato: prendere o lasciare. L’unica bussola, ripetono al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è l’interesse dei cittadini.

L’annullamento dell’”affitto” infrastrutturale costerà allo Stato 7 miliardi. Che corrispondono all’ammortamento degli investimenti messi a bilancio e non più ai mancati introiti (23 miliardi) di un contratto che varie amministrazioni hanno prolungato fino al 2038. Comunque non sono bruscolini. Ma il Milleproroghe stabilisce la scadenza del saldo: 4 anni. Nel frattempo saranno partite le gare per la nuova assegnazione. E lo Stato incasserà i soldi dai concessionari subentranti. Insomma, non verrà evitato l’impatto sulle tasche dei contribuenti.



Autostrade, le concessioni dei Benetton (Il Messaggero, 28 gennaio 2020)

Conclude Goffredo De Marchis:

Nella fase transitoria post revoca il decreto stabilisce che la gestione passi ad Anas, con la garanzia dei “soggetti più deboli”, ossia i lavoratori. Si stanno valutando anche altre opzioni sulla base del diritto comparato. Questo è davvero il pezzettino finale che manca al puzzle. Il possibile scacco matto ai Benetton. Se finirà davvero così al ministero sono convinti che mai più verrà siglata una concessione così imponente come quella in essere. La rete autostradale sarà spacchettata. Non vedremo una maxi-gara su 3000 chilometri di asfalto, viadotti e tunnel. I lotti saranno più piccoli.



Dal punto di vista politico, i 5 stelle potrebbero rivendicare il successo di una loro battaglia. Ma l’intero esecutivo si metterebbe in sintonia con l’elettorato che, secondo tutti i sondaggi, chiede a grande maggioranza la revoca. Inutile dirlo: questa decisione aprirebbe un nuovo fronte con Matteo Renzi. Italia Viva ha cercato fino all’ultimo di modificare l’articolo 35 del Milleproroghe, quello che cambia le regole dei rapporti con i concessionari. Alla fine però ieri ha votato la fiducia. Non ha minacciato crisi o sfiducie. Aspi dunque sapeva che sarebbe finita con il via libera del Parlamento. Ecco perché il loro “no” viene preso sul serio a Palazzo Chigi. E la revoca si avvicina.

Leggi anche: Olivia Paladino: la compagna di Conte e le operazioni sospette segnalate da Bankitalia