Come Marco Travaglio ha preso lo schiaffo al M5S

Il direttore del Fatto Quotidiano alle prese con una delle peggiori sberle rimediate dai grillini

Marco Travaglio sul Fatto oggi dà il MoVimento 5 Stelle al 20% (il giornale è stato chiuso che i risultati lo proiettassero invece al 17%) ma poi si dedica all’analisi della sconfitta dei grillini, funestati da un capo politico (Luigi Di Maio) che manda avanti la fidanzata a violare il silenzio elettorale e poi scappa come l’ultimo dei fessi quando c’è da commentare il risultato:



Il 20%, decimale più o decimale meno, rappresenta il minimo storico degli ultimi sei anni, addirittura sotto le disastrose Europee 2014: una cocente sconfitta. Aggravata dall’handicap psicologico del sorpasso del Pd, che li vede retrocedere in soli 14 mesi da primo a terzo partito italiano. Evidentemente il contrattacco aggressivo, identitario e antileghista di Di Maio&C. in campagna elettorale ha evitato guai peggiori (sennò oggi il M5S sarebbe al 15%).

Ma non è bastato a frenare la picchiata di un movimento in crisi di identità, costretto a fare l’opposizione della maggioranza di cui è pur sempre il primo azionista (i voti in Parlamento restano quelli del 2018). Soprattutto in un clima da guerra fredda aizzato dalla grande stampa sul vecchio asse destra-sinistra, fascismo-antifascismo, che ha poco fondamento nella realtà, ma ha mobilitato più gli elettori di sinistra che quelli dei 5Stelle, post-ideologici e per giunta confusi e disorientati da un movimento che salva Salvini dal processo Diciotti e subito dopo chiede i voti sulla legalità e la questione morale.




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