Marco Travaglio e quell’accattone di Salvini

Il direttore del Fatto sfotte il Capitano che è talmente disperato dopo aver aperto una crisi senza saperla chiudere come voleva lui da essere diventato ormai amico di tutti

Marco Travaglio oggi si dà alla satira e, partendo dalla boutade di Di Maio presidente del Consiglio, circolata ieri e smentita dal MoVimento 5 Stelle,  sfotte Matteo Salvini che è talmente disperato dopo aver aperto una crisi senza saperla chiudere come voleva lui da essere diventato ormai amico di tutti:



Poi ha chiamato Di Battista: “Ehilà Dibba! Ho appena finito il tuo libro: capolavoro! E il tuo reportage dal Sudamerica, io e la Francesca non riusciamo a smettere di riguardarlo. Pure mio figlio, io gli dico sempre ‘Fatti un giro sull’acqua scooter della Polizia’. Ma lui niente, solo il tuo reportage!”. Clic. Allora ha tentato con Fico: “Compagno Roberto, parla il comunista padano! Buona questa. Ma lo sai che non ne sbagli una? Quella sul 2 giugno dedicato ai rom m’ha commosso!El’uscita dall’aula per quella cagata del Sicurezza bis (che non so a chi è venuto in mente: dev’essere lo stesso fenomeno della Flat Tax, della legittima difesa e delle autonomie): uno spettacolo! Sai che mi sto fidanzando con Caro la? ”. Clic.



Ultimo tentativo con Bonafede: “Grande Alfonso! Allora siamo d’accordo: prescrizione abolita già dalle indagini, ergastolo per l’abuso d’ufficio , sequestro preventivo del Papeete, Siri e Savoini al gabbio. Ok?”. Clic. In attesa di essere ricevuto da qualcuno, s’è seduto sul marciapiede sotto Palazzo Chigi fra due cartoni, cappello in mano e cartello al collo: “Rovinato dalla crisi. Fino a 10 giorni fa ero il padrone dell’Italia”. Ma è subito arrivata la polizia: “Lei è in arresto per accattonaggio molesto, ai sensi dei decreti Sicurezza uno e bis”. E l’ha portato via.

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