Strano a dirsi, lo spot delle poste norvegesi che per celebrare i 50 anni dalla depenalizzazione dell’omosessualità nel Paese dipinge Babbo Natale come omosessuale non è piaciuto al Popolo della Famiglia. Luciana Presta, consigliera comunale di Pianezza, si è scagliata su Facebook contro la pubblicità definendola senza mezzi termini “Pedofilia di Stato”. Guai a dire che Babbo Natale è gay, quindi. Che poi, anche sul fatto che i suoi vestiti siano rossi la storia andrebbe raccontata tutta, visto che a fissare nell’immaginario collettivo Santa Claus grassoccio e in toni di carminio ci ha pensato una campagna pubblicitaria della Coca Cola.
Il video racconta la storia d’amore tra un uomo di nome Harry e Babbo Natale, inizialmente costretti a vedersi soltanto una volta all’anno per via degli ovvi impegni di quest’ultimo. I due riescono sul finale a rendere stabile il proprio rapporto grazie alla scelta di Babbo Natale di affidarsi alle Poste per la consegna dei pacchi natalizi, suggellando il momento con un bacio. “Un crimine vigliacco – l’ha definito Presta – per sabotare la mente dei bambini e stuprare la loro anima. Vogliono distruggere i loro sogni per realizzare i loro progetti di trasformare la società brutalizzando la realtà e la verità”. Immancabili i due cliché della retorica anti-inclusiva: il riferimento a un “loro” generico al quale attribuire trame volte a plasmare il pensiero dei bambini, e la famosissima ideologia gender, qualsiasi cosa essa sia. “Qui appare l’ideologia gender che le élite, l’Onu e la Ue vogliono imporre. Dobbiamo proteggere i bambini e trasmettere loro la fede, unico antidoto a questo veleno satanico. E cercare di fermare questa follia. Fosse anche di un centimetro, fosse anche ritardandola di un solo minuto. E pregare, e convertirci, perché contro un resto convertito davvero a Cristo il demonio non può nulla. Preghiamo per i nostri bambini e ragazzi, contro questa follia”.