Sigarette elettroniche, la stretta che non c’è

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«In attesa di avere più certezze, come uomini di sanità pubblica dobbiamo puntare sulla massima cautela e sulle avvertenze ai consumatori. Trattiamola come una sigaretta tradizionale». Ma l'Iss smentisce con una nota

L’Istituto superiore di Sanità sta preparando «strategie in grado di attuare le misure di prevenzione più efficaci per contrastare i possibili rischi associati all’uso delle sigarette elettroniche». Lo scrive oggi il Messaggero, segnalando che in tema di contromisure l’opinione di Roberta Pacifici, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità e responsabile del Centro nazionale dipendenze e doping è chiara: «In attesa di avere più certezze, come uomini di sanità pubblica dobbiamo puntare sulla massima cautela e sulle avvertenze ai consumatori. Trattiamola come una sigaretta tradizionale: giusto scriverci “può nuocere alla salute”, giusto vietare la pubblicità, giusto vietare l’uso nei luoghi pubblici come previsto dalla legge Sirchia. Ripeto: è necessario un atteggiamento prudenziale, in attesa di avere studi più completi. E ai ragazzi insegniamo che non tutto quello che è venduto su internet è privo di rischi, se proprio si deve consumare quel prodotto, si utilizzino i canali ufficiali e controllati».



Sigarette elettroniche, il consumo in Italia (Il Messaggero, 16 settembre 2019)

Il riferimento è agli Stati Uniti, dove l’uso di liquidi non regolari nelle e-cig con tutta probabilità ha provocato il primo morto e per questo è partita una crociata dopo i numeri che parlano di 450 malati e sei decessi come effetto del vaping. Una campagna subito sposata da Donald Trump e sulla quale sembra piuttosto visibile l’ombra della concorrenza (l’industria del tabacco). Intanto Trump ha frenato rispetto a una linea più dura: «Sono favorevole all’alternativa elettronica alle sigarette. Dobbiamo assicurarci però che si tratti di una alternativa sicura per tutti».

EDIT: L’Iss smentisce con una nota il piano presentato dal Messaggero



“In relazione a quanto comparso nelle pagine del Messaggero di oggi, l’Istituto Superiore di Sanità precisa che non esiste alcun Piano Iss in cui è prevista ‘una stretta in arrivo sulle e-cig’. L’Istituto, in quanto organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale supporta la definizione di piani e azioni riguardanti la Salute Pubblica a sostegno di Regioni e Ministero della Salute. Qualsiasi strategia o sviluppo di un Piano nazionale non può che vedere l’Iss operare a supporto di essi. Le dichiarazioni della Dr.ssa Roberta Pacifici sui rischi della sigaretta elettronica non si riferiscono ad alcun piano nazionale o regionale ma riguardano la posizione più volte espressa dall’Istituto sull’opportunità di attuare allo stato attuale delle conoscenze un principio di cautela riguardo l’utilizzo di questi dispositivi”.

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