Salvini e i 48 milioni della Lega spariti

Ieri ha detto che sono stati tutti spesi. Da anni giura infatti di non aver mai visto un solo spicciolo di quella somma. Falso

Ieri Matteo Salvini ha parlato degli ormai famosi 48 milioni che la Lega dovrebbe restituire allo Stato dopo la sentenza su Bossi e Belsito: «Sono stati spesi in dieci anni», ha detto il leader del Carroccio a Circo Massimo su Radio Capital. Oggi su Repubblica un articolo di Stefano Vergine e Giovanni Tizian ricostruisce la vicenda dei soldi spariti:



Il problema è quello che Salvini non dice. Da anni giura infatti di non aver mai visto un solo spicciolo di quella somma. Falso. Il 2 ottobre 2017, in un’inchiesta dal titolo “Salvinidanaio”, basandoci su documenti interni al partito su L’Espresso avevamo dimostrato il contrario. Tra la fine del 2011 e il 2014, infatti, prima Maroni e poi Salvini hanno incassato i rimborsi elettorali frutto del reato commesso dal loro predecessore. E lo hanno fatto quando ormai era nota a tutti l’indagine su Bossi e Belsito.

Il primo luglio 2012 – la notizia dell’inchiesta è già di dominio pubblico – Maroni viene eletto segretario del partito. Da allora alla fine del 2013 incasserà bonifici per un totale di 12,9 milioni di euro. Tutti rimborsi relativi a elezioni comprese tra il 2008 e il 2010, quelle della truffa. Con l’arrivo di Salvini in segreteria – dicembre 2013 – cambiano solo le cifre. Un mese e mezzo dopo la richiesta di rinvio a giudizio per Bossi, l’attuale ministro incassa infatti 820mila euro di rimborsi per le elezioni regionali del 2010.



Le principali fondazioni legate alla politica (Corriere della Sera, 7 marzo 2017)

Il problema è che il processo a Bossi e Belsito potrebbe saltare per l’effetto del cambio di legge se la Lega non si costituisce parte civile:

Infine- solo venti giorni dopo l’annuncio di costituirsi parte civile contro Bossi e Belsito- Salvini ritira poco meno di 500 euro di rimborso. Perché allora sostiene che lui quei soldi non li ha visti? E come mai sotto la sua direzione il partito ha scelto di ritirare la costituzione di parte civile nel processo contro Bossi, atto che avrebbe permesso di chiedere i danni della truffa?



C’è però qualcos’altro che stride nella narrazione del vice premier. Se la nuova Lega non aveva nulla da nascondere, perché da quando i media hanno iniziato a parlare dell’inchiesta per truffa i denari padani hanno iniziato a spostarsi freneticamente da una banca all’altra? Da Banca Aletti a Unicredit, da Unicredit a Sparkasse, da Sparkasse ancora a Unicredit. Il tutto nel giro di quattro anni. Una coincidenza, forse. Di certo oggi i conti del Carroccio sono al verde, tant’è che dei 48 milioni messi sotto sequestro i magistrati di Genova ne hanno trovati finora solo 3. E una buona fetta è sparita proprio quando Salvini era segretario.

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