Rosaria Vicino: l'ex sindaca PD che comandava sulle assunzioni Total

Dall’uso della macchina di servizio per andare al parucchiere all’affitto di una sua abitazione che imponeva all’azienda tra i capi d'imputazione. Ma il vero ruolo era quello di ufficio di collocamento

Rosaria Vicino, esponente del Pd, ex sindaca di Corleto Perticara, “la donna che da sola mise in scacco la Total”, è tra gli indagati nell’inchiesta Tampa Rossa. I capi di imputazione, raccontano oggi Giuliano Foschini e Marco Mensurati, sono pesanti: dall’uso della macchina di servizio per andare al parucchiere («Io sono sindaco e quindi capo della polizia. Prendo la macchina e faccio quello che voglio» diceva al povero comandante dei vigili urbani che provava a obiettare sulla legittimità dell’utilizzo del mezzo) all’affitto di una sua abitazione che imponeva all’azienda che lavorava ai pozzi nel suo paese. Ma quello che si racconta nell’articolo è spettacolare:



«Il nostro concetto, la nostra filosofia è questa – spiegava il sindaco al telefono ai suoi interlocutori – piena apertura però nessuno deve dimenticare che questa è la sede del centro olii, che questa è la sede di tutti i pozzi, e che quindi… la maggiore occupazione, il comune che va attenzionato prima è Corleto. E poi tutti gli altri…». Che singifica? Lo si capisce bene leggendo le sue telefonate con i dirigenti della Total e con le altre aziende interessate al progetto Tempa Rossa. «Vi servono due persone? Noi vi mandiamo due persone…». Spiegava a uno dei manager della società: «No questi me li devi pigliare, bello. Senza se e senza ma. Ti parlo molto chiaramente: c’è uno che si chiama Potenza Mario e l’altro Antonio. Uno è il papà e l’altro è il filgio. Di questi due chi ti piace ti prendi». Un po’ Zalone e un po’ Cetto Laqualunque: «Stai scrivendo? Allora Minnelli al numero uno e poi segui la graduatoria che ti ho dato: Carla, Rocchina, Immacolata, Giuseppina, Salvatore». Anche perché la sindaca Rosaria si innervosiva facilmente: «E no! Quell’altro mi aveva detto di prendere qualcuno e poi non ne ha pigliato uno: uno scostumato (…) Anche perché non possiamo mettere le persone da fuori. Eh!».

La Vicino fungeva da ufficio di collocamento presso l’azienda che investiva in zona e arrivava anche a pretendere e minacciare ritorsioni nel caso:



Le tremende contromosse del sindaco Rosaria, del resto, erano pronte: «Ho già detto a Total: se dobbiamo stare a guardare noi, starete a guardare tutti, non esce una carta da qua! Nessuna autorizzazione, niente! Se i nostri devono stare a guardare, non vogliamo lavorare!». Anche perché era donna di mondo: «Non è giusto che devono lavorare le stesse persone, Rosa’» le diceva un cittadino esasperato. «Il figlio dell’assessore, il figlio dell’impiegato, devo fare i nomi di tutti quanti? Devo andare alla Procura?». «Tranquillo domani mattina lo chiamiamo, piglia un curriculum, portalo qua…». C’era posto per tutti, nel grande pozzo di Corleto.

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