«Lo mettiamo al Senato se è d'accordo anche Mariaele»

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-03-31

Il ministro Guidi al telefono con il compagno lo rassicura su un progetto di estrazione di petrolio a favore della società francese Total, di cui l’azienda di Gemelli era subappaltatrice, e da cui avrebbe ricavato oltre due milioni di euro. L’intercettazione svela tutto e chiama in causa la Boschi. E la Guidi si dimette

article-post

«Dovremmo riuscire a metterlo dentro al Senato se… è d’accordo anche Mariaele»: a parlare è la ministra delle Attività Produttive Federica Guidi, “Mariaele” è Maria Elena Boschi, dall’altra parte del telefono c’è il suo compagno Gianluca Gemelli e quello di cui stanno parlando è un emendamento alla Legge di Stabilità, approvato nel dicembre del 2014, con il quale si dava il via libera al progetto di estrazione di petrolio Tempa Rossa, opera contestatissima dalle associazioni ambientaliste. Un chiaro esempio di conflitto d’interesse visto che Gemelli l’emendamento interessa per «i miei amici della Total», come risponde lui stesso al telefono: uno di quei fatti per i quali di solito i ministri, anche se non indagati, danno subito le dimissioni. Parlando al telefono con il compagno, la Guidi discute del via libera al progetto di estrazione di petrolio a favore della società petrolifera francese Total, di cui l’azienda di Gemelli era subappaltatrice e da cui avrebbe ricavato oltre due milioni di euro.

Il progetto Tempa Rossa

Il progetto Tempa Rossa, come spiega il sito della Total, è «un giacimento petrolifero situato nell’alta valle del Sauro, nel cuore della regione Basilicata, nel sud Italia. Il progetto si estende principalmente sul territorio del Comune di Corleto Perticara (PZ), a 4 km dal quale verrà costruito il futuro centro di trattamento. 5 pozzi si trovano anch’essi sul territorio del Comune di Corleto Perticara, mentre il sesto pozzo si trova nel Comune di Gorgoglione». Lo sviluppo del progetto Tempa Rossa riunisce grandi gruppi petroliferi mondiali. Al fianco di TOTAL E&P Italia figurano anche Mitsui E&P Italia B S.r.l. e Shell, entrambi con il 25%. Sono in tutto 24 le persone indagate nell’inchiesta della Dda di Potenza e condotte dalla Squadra Mobile di Potenza su presunti illeciti commessi da amministratori pubblici nell’affidamento di lavori per le infrastrutture del Centro Oli di Corleto Perticara (Potenza) che sarà il fulcro dell’attività della Total presso il giacimento di Tempa Rossa. A vario titolo di i reati contestati sono corruzione propria ed impropria, concussione, induzione indebita a dare o promettere utilità, traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione elettorale. Agli arresti domiciliari è finita anche l’ex sindaco Rosaria Vicino (Pd) mentre un divieto di dimora nel Comune potentino è stato notificato all’ex vicesindaco Giambattista Genovese ed un divieto di esercizio dell’attività imprenditoriale ha raggiunto i titolari di una casa di riposo e di un’impresa materana. La Polizia ha effettuato indagini di vario genere come intercettazioni telefoniche ed ambientali, sequestro di documenti e assunzione di sommarie informazioni.

tempa rossa
Il progetto Tempa Rossa di Total (Fonte)

In particolare, secondo il quadro emerso, esisteva un “ben sperimentato e consolidato sistema di malaffare” che si “è tradotto in condotte concussive e/o di corruzione a danno (e vantaggio) di taluni imprenditori interessati (e non) a vario titolo al progetto per lo sfruttamento del giacimento petrolifero denominato Tempa Rossa, in fase di realizzazione nei territori dei Comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione”. Secondo la Procura, gli amministratori pubblici avrebbero condizionato il rilascio di autorizzazione all’assunzione di persone da loro indicate, secondo “logiche di totale clientelismo”. Gianluca Gemelli, imprenditore di Augusta, è indagato per corruzione e traffico di influenze illecite. Per gli inquirenti, Gemelli avrebbe goduto di una posizione di riguardo e di benevolenza nell’ambito dei rapporti commerciali con la società Total.
tempa rossa 1
Lo stabilimento Tempa Rossa

Gli arresti di dipendenti e funzionari Eni

L’intercettazione è agli atti dell’inchiesta della magistratura di Potenza sullo smaltimento dei rifiuti legati alle estrazioni petrolifere. Guidi, che non è indagata nell’inchiesta, alla domanda del compagno – per il quale il gip di Potenza ha rifiutato l’arresto – “se la cosa riguardasse pure i propri amici della Total“, clienti di Tecnimont, “quindi anche i miei amici“, replicò – dopo aver fatto riferimento al benestare della ministra Maria Elena Boschi – secondo quanto annotato nell’ordinanza del giudice: “Certo, capito?. Certo, Te l’ho detto per quello“. Subito dopo il colloquio con la Guidi, Gemelli telefonò al dirigente di una società petrolifera e lo informò dell’emendamento che avrebbe sbloccato Tempa rossa: “La chiamo per darle una buona notizia“, disse al suo interlocutore.  I carabinieri hanno arrestato anche cinque tra funzionari e dipendenti di Eni nell’ambito dell’inchiesta sul traffico e lo smaltimento illecito di rifiuti in Basilicata. L’operazione dei carabinieri del Comando Tutela Ambiente, dice una nota, ha riguardato le province di Potenza, Roma, Chieti, Genova, Grosseto e Caltanissetta. I cinque, dipendenti del Centro Olio Val d’Agri di Eni, sono agli arresti domiciliari. Un dirigente regionale è stato raggiunto da un’ordinanza di divieto di dimora. Un altro sequestro ha riguardato gli impianti di Tecnoparco, a Pisticci (Matera), sempre nell’ambito dell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Potenza su traffico e smaltimento illecito di rifiuti che ha portato agli arresti domiciliari cinque funzionari e dipendenti dell’Eni e al divieto di dimora per un dirigente della Regione Basilicata. Eni, si legge sul sito del gruppo, “è presente in Basilicata in Val d’Agri e nelle aree di Pisticci e Ferrandina con attività di upstream petrolifero (ricerca e produzione di idrocarburi)“. In particolare, “la produzione complessiva di idrocarburi in Basilicata deriva prevalentemente dal Centro Olio Val d’Agri (COVA) e, in misura minore, dal Centro Olio di Pisticci e dalle 2 centrali a gas (Ferrandina e Pisticci). L’aumento produttivo registrato negli ultimi anni è da attribuirsi alle attività in Val d’Agri, in quanto il Centro Olio di Pisticci, già in funzione da quasi cinquant’anni, riflette la riduzione della produzione del campo“. I numeri nella regione parlano di una produzione di 82.630 barili di petrolio al giorno e 3,98 milioni di standard metri cubi di gas al giorno.

Tempa Rossa: la costruzione dell’impianto in time lapse


Questi i nomi delle sei persone che sono agli arresti domiciliari da stamani nell’ambito di inchieste della Polizia e dei Carabinieri, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Potenza, sullo smaltimento illecito di rifiuti nel centro oli di Viggiano (Potenza) e su casi di corruzione per la costruzione del centro oli della Total a Corleto Perticara (Potenza). Gli arrestati sono Rosaria Vicino, ex sindaco del Pd di Corleto Perticara; Vincenzo Lisandrelli (coordinatore ambiente del reparto sicurezza e salute all’Eni di Viggiano), Roberta Angelini (responsabile Sicurezza e salute dell’Eni a Viggiano) Nicola Allegro (responsabile operativo del Centro oli di Viggiano), Luca Bagatti (responsabile della produzione del distretto meridionale di Eni) e Antonio Cirelli (dipendente Eni nel comparto ambiente). Il gip ha deciso il divieto di dimora a per Salvatore Lambiase, dirigente della Regione Basilicata, e per Giambattista Genovese, all’epoca dei fatti vicesindaco di Corleto Perticara. Infine, il gip ha deciso la sospensione per sei mesi ciascuno dall’attività imprenditoriale per Vincenzo Clemente e Lorenzo Felice Rocco Marsilio. Nelle due inchieste giunte a conclusione oggi con gli arresti e l’esecuzione degli altri provvedimenti cautelari sono indagate in totale circa 60 persone.
EDIT: Federica Guidi si dimette. Dopo l’intercettazione pubblicata tra lei e il compagno in cui lo avvertiva di un emendamento alla legge di stabilità che lo avrebbe favorito, la ministra delle Attività produttive scrive a Matteo Renzi e rimette il mandato nelle mani del presidente del Consiglio.

Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunita’ politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati due anni di splendido lavoro insieme. Continuero’ come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese”.

Potrebbe interessarti anche