La Regione Lombardia aveva fatto un appello per trovare infermieri e operatori sanitari disposti a lavorare all’ospedale realizzato alla Fiera di Milano. Sì, proprio quello che alla fine ha ospitato tredici pazienti pur essendo costato una cifra vicina ai 25 milioni di euro. A tutti quegli assunti, ha raccontato oggi il Corriere della Sera, il 7 aprile, primo giorno di servizio, era stato garantito un alloggio in hotel a spese della Regione Lombardia.
E loro avevano anche firmato un foglio con la richiesta di mantenere quella condizione fino alla fine dell’emergenza, che per molti era il 31 luglio e per alcuni il 30 settembre. Ma venerdì scorso una ventina di loro ha saputo dalla reception dell’hotel che dovevano sloggiare: «Entro due giorni dovete lasciare le camere, a meno che non vogliate pagarle di tasca vostra. La Regione ci chiede il check out entro 48 ore».
Gli albergatori stessi si sono trovati spiazzati nel comunicare la notizia, figuriamoci i professionisti, quasi tutti giovani. Qualcuno ha trovato in fretta e furia un alloggio a pagamento («Sono andato ad abitare da un collega in un monolocale, ma non me lo posso permettere»). Qualche altro si è spostato al refettorio a pagamento del Policlinico, dove i professionisti sono stati ricollocati quando a sorpresa, il 5 giugno, la struttura inaugurata in pompa magna (e con grandi spese) alla Fiera ha chiuso i battenti, dopo soli due mesi di attività.
Nel pomeriggio di ieri però, contattati dal Corriere, sono intervenuti prima il Policlinico e poi Regione Lombardia:
«Ci siamo impegnati a coprire noi i costi per la settimana di proroga, da domenica 14 a venerdì 19 giugno, e abbiamo attivato nel nostro convitto camere che sono a disposizione, a spese nostre», dicono da via Francesco Sforza. E la Regione: «Abbiamo allungato la convenzione e dunque la copertura della sistemazione alberghiera anche per chi ha lavorato alla Fiera, fino al 31 luglio». Ma, fino a ieri sera, ai lavoratori non era stata ancora alcuna comunicazione ufficiale.