Prestito di 25mila euro per le piccole imprese: coperte fino a 200mila richieste

Categorie: Economia, FAQ

Il Consiglio di gestione del Fondo di garanzia ha fissato nel 30% la percentuale di accantonamento: ossia per ogni euro di garanzia tre euro di finanziamenti. Questo significa che con gli 1,7 miliardi stanziati nel decreto liquidità si potrebbero coprire solo 200mila richieste per prestiti di 25mila euro; con un valore medio di 15mila euro si arriverebbe a 300-350mila operazioni

Ieri è stato pubblicato il modulo per la garanzia del 100% sui prestiti fino a un massimo di 25mila euro (ma nel limite del 25% dei ricavi) sul sito fondidigaranzia.it del ministero dello Sviluppo Economico, che è andato anche in tilt a causa dell’alto numero di accessi. Il Sole 24 Ore spiega oggi che il Consiglio di gestione del Fondo di garanzia, considerando alta la rischiosità, ha fissato nel 30% la percentuale di accantonamento: ossia per ogni euro di garanzia tre euro di finanziamenti. Questo significa che con gli 1,7 miliardi stanziati nel decreto liquidità si potrebbero coprire solo 200mila richieste per prestiti di 25mila euro; con un valore medio di 15mila euro si arriverebbe a 300-350mila operazioni.



II prestito fino a 25mila euro garantito dal Fondo Pmi non potrà superare un quarto del fatturato 2019. Il modulo va inviato via mail (anche con posta non certificata) agli intermediari finanziari che dovranno a loro volta richiedere la garanzia statale. Prestiti «operativi da domani (oggi per chi legge) e prime erogazioni già lunedì» ha assicurato ieri il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. Va premesso che, in base al decreto liquidità, per i cosiddetti “mini prestiti” la garanzia statale del 100% automatica e senza valutazione del Fondo.

Ma il primo passo ovviamente è ottenere il prestito dalle banche, che non sono vincolate a concederlo e che possono comunque effettuare la loro istruttoria. Il prestito può arrivare a 25mila euro ma sempre entro il limite del 25% dei ricavi. Sono ammesse Pmi e lavoratori autonomi. La durata del finanziamento è fino a 6 anni con inizio del rimborso dopo due anni e il tasso massimo applicabile è rapportato al Rendistato più uno spread dello 0,2% e ai valori attuali si attesta intorno all’1,2%.



Nel frattempo è stata stabilita la percentuale di accantonamento a titolo di coefficiente di rischio: il 30%. Non è una percentuale qualsiasi, significa che per questo tipo di finanziamenti la leva è di circa 1 a 3: per ogni euro di garanzia tre euro di finanziamenti. Una leva molto bassa, rispetto al rapporto di 1 a 12-14 che caratterizza l’operatività del Fondo. L’accantonamento è molto alto a causa dell’indice di rischiosità elevato di queste piccole operazioni.



A conti fatti, con gli i,7 miliardi stanziati nel decreto liquidità – se anche tutte le risorse si utilizzassero solo per questa categoria di garanzie e non anche per quelle al di sotto del 100% – si potrebbero coprire solo 200mila richieste per prestiti di 25mila euro. Se si considera invece un valore medio dei prestiti stimato in questo momento a 15mila euro, si arriva a circa 340-350mila operazioni. La distanza con la potenziale platea è enorme, anche se i beneficiari delle garanzie al l00% devono attestare di aver subito danni collegati all’emergenza.

Con il decreto imprese, il governo concede altri 40o miliardi di euro di prestiti agevolati alle imprese in difficoltà. Ed è arrivato anche il via libera della Commissione europea al decreto. Ma oggi sarà anche il giorno del bonus 600 euro previsto dal decreto Cura Italia: arriverà direttamente sul conto corrente di oltre i,8 milioni di persone l’indennizzo richiesto all’Inps da liberi professionisti, collaboratori, lavoratori autonomi e agricoli. Entro la fine della settimana arriverà all’altra parte dei richiedenti. Sono oltre 4 milioni le domande.