Perché la mozione di sfiducia per Speranza di Giorgia Meloni non ha nessun valore

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La risposta alla leader di Fratelli d'Italia arriva dal coordinatore di Articolo Uno Arturo Scotto: "Per presentare una mozione di sfiducia individuale occorrono 63 firme"

L’ha annunciata su facebook la mozione di sfiducia per il ministro della Salute Roberto Speranza la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. L’unica all’opposizione, ma non la sola a volere la testa del numero uno della Sanità: a chiedere da settimane che sia rimosso è anche il leader della Lega Matteo Salvini, che – seppure il premier Mario Draghi avesse posto un freno alle polemiche dicendo di averlo voluto lui stesso nell’esecutivo – continua a lanciare frecciatine, come quella di oggi. Parlando ai giornalisti, e rispondendo proprio su questo, ha detto: “Non è semplice governare con il Pd e Speranza, ma è necessario. Stando alla scienza, e non è la scienza decisa da Speranza, dovremmo tornare a vivere. E invece Speranza continua a dire riapriamo fra un mese. Speranza ignora i sacrifici degli italiani. Sapete quanti danni psichiatrici stanno facendo ai nostri figli e nipoti?”. Va bene.



La mozione di sfiducia di Giorgia Meloni per Speranza

Dicevamo: Giorgia Meloni che ha annunciato una mozione di sfiducia per Roberto Speranza. Ha scritto (anche con un notevole gioco di parole finale):

Fratelli d’Italia denuncia da tempo l’incompetenza e l’inadeguatezza di Roberto Speranza nel ricoprire l’importante e delicato incarico di Ministro della Salute, soprattutto in questo momento storico: dalla gestione fallimentare e disastrosa della pandemia alle imprese stremate a causa delle chiusure insensate e continue. FdI presenterà una mozione di sfiducia nei suoi confronti e vediamo chi si assumerà la responsabilità di tenerlo ancora al suo posto. Non è più tempo di Speranza, ma di coraggio.



Ma poco dopo è arrivata la risposta del coordinatore di Articolo Uno Arturo Scotto, che ha spiegato perché ciò che dice non sia possibile:

Stupisce che chi ha avuto ruoli così importanti come Giorgia Meloni non sappia che per presentare una mozione di sfiducia individuale occorrono 63 firme secondo i regolamenti. Insomma, ci si agita solo per fare ammuina. Mentre il paese ha la testa altrove.



E, essendo l’unica all’opposizione, non le avrà. A meno che qualcuno in maggioranza non volesse pugnalare Draghi alle spalle.