Il Coronavirus è tornato a Pechino su cibi congelati?

Zhang Yong – ricercatore dell’Istituto nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie virali – ha spiegato che il virus potrebbe essere arrivato a Pechino nel cibo congelato d’importazione, senza mutare durante il trasporto e lo stoccaggio

Mentre Pechino fronteggia un nuovo focolaio di Coronavirus SARS-COV-2 che ha prodotto finora 183 malati di cui una dozzina in gravi condizioni e che pare partito dal mercato di Xinfadi, la Cina fa sapere che ci sono evidenze sul fatto che la nuova ondata di COVID-19 sia arrivata dall’Europa. Spiega oggi Il Messaggero:



«In base a risultati preliminari genomici ed epidemiologici, il virus arriva dall’Europa, si legge nel comunicato della Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie. Non solo, ma «è diverso da quello che si sta attualmente diffondendo in Europa». Il Centro specifica che sarebbe «più vecchio rispetto al virus che si sta attualmente diffondendo in Europa». La Cina è sotto pressione da parte della Comunità internazionale affinché si eviti quanto successo alla fine dell’anno scorso a Wuhan, quando ritardi e omissioni da parte delle autorità locali favorirono la diffusione del virus che sarebbe presto diventato pandemia.

Zhang Yong – ricercatore dell’Istituto nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie virali – ha spiegato che il virus potrebbe essere arrivato a Pechino nel cibo congelato d’importazione, senza mutare durante il trasporto e lo stoccaggio. È questo il motivo per il quale secondo Zhang – il suo genoma è molto più simile a quello originario in Europa. Soltanto i test di laboratorio potranno invece aiutare a capire le modalità esatte attraverso le quali si è trasmesso. «Sono arrivate diverse sequenze genetiche» e il “ceppo” virale che ha provocato il focolaio di Pechino «è strettamente correlato con il ceppo europeo», ha confermato ieri Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico per il coronavirus dell’Oms.



Quanto resiste il coronavirus sulle superfici (Il Messaggero, 26 maggio 2020)

Questo però è in contrasto con quanto si è detto sulla questione della resistenza sulle superfici:

Tuttavia un altro funzionario della stessa organizzazione delle Nazioni Unite è molto più prudente. «Quando parliamo di ceppo europeo» alla base del nuovo focolaio di Pechino «dobbiamo essere molto cauti: il virus ha girato per tutto il mondo, penso che ciò che è più probabile è che sia stato importato da fuori Pechino in un dato momento. Stabilire come e quando ciò sia avvenuto sarà la cosa più importante», ha spiegato Mike Ryan, capo del Programma di emergenze sanitari edell’Oms.



Secondo quanto è emerso finora dalle ricerche scientifiche, il pesce non è di per sé in grado di trasmettere il coronavirus, ma la sua carne potrebbe essere stata contaminata da persone infette (dalla loro saliva) ed aver funto così da trasmettitore. Sta di fatto che a fine 2019 a Wuhan la prima ondata sarebbe partita da un mercato del pesce, mentre per questo focolaio pechinese sono imputati i banchi del pesce di un altro mercato. Intanto la Cina ha lanciato una campagna nazionale per esaminare tutto il cibo d’importazione.

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