La "patologia cerebrale" di Nadia Toffa

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Nadia Toffa è stata ieri trasferita al San Raffaele di Milano dall’Ospedale di Cattinara di Trieste, dopo i primi accertamenti e le prime cure. con l’elisoccorso e il trasporto protetto. Le sue condizioni sono stazionarie secondo la Direzione di Asuits, l’Azienda ospedaliera universitaria di Trieste. La conduttrice delle Iene si è sentita male nella hall dell’albergo dove alloggiava in via Oriani, e per questo i soccorsi sono stati molto tempestivi.

La direzione dell’Azienda sanitaria universitaria Trieste, ha precisato dopo poche ore che la prognosi era riservata «per patologia cerebrale in fase di definizione» e, subito dopo, si è anche parlato della necessità di un trasferimento, nel corso della notte, all’ospedale San Raffaele di Milano con elisoccorso, un’operazione ritardata per via del forte vento di bora che ieri lì soffiava. La conduttrice e inviata de Le Iene è Toffa tornata cosciente dopo essere stata per alcune ore in coma in seguito al malore avuto a Trieste. Al momento non è in pericolo di vita, ma resta in rianimazione neurochirurgica al San Raffaele, seguita dal primario Luigi Beretta e dal neurochirurgo Pietro Mortini. In giornata la 38enne sarà sottoposta ancora a una serie di esami, tra cui la risonanza magnetica, per capire l’origine del malore.

Tra le reazioni alla notizia del malore che si è diffusa ieri pomeriggio è impossibile non segnalare l’ennesima poracciata di Mario Adinolfi, che approfitta dell’occasione per togliersi qualche sassolino nella scarpa e dimostrare la sua curiosa concezione della carità cristiana. Poi c’è un interessante gruppetto di persone che ritengono che la Toffa sia stata messa in pericolo di vita dalle sue inchieste alle Iene (una tesi priva di qualsivoglia riscontro da tutti i punti di vista, ma che fa ben comprendere come in Italia la situazione sia disperata, ma non seria).

E c’è anche chi commenta così: «La feccia della nostra nazione non perde mai occasione di farsi conoscere, non vi vergognate, è vero, in Italia chi dice la verità, chi scopre le malefatte, è un persona da odiare, da mettere da parte. Certo, la nostra nazione è fondata sulla mafia, no sul lavoro. MERDE!!!». Allo stesso modo meglio stendere un velo pietoso su chi ha approfittato del malore per fare dell’ironia sui suoi servizi allarmistici (come quello sul Gran Sasso).

Infine, ma questo ormai non fa più notizia, la pagina Wikipedia di Nadia Toffa è stata protetta dall’enciclopedia online dopo che qualche buontempone ne aveva annunciato lì la morte.