I sintomi premonitori delle dittature e quello che succede in Italia

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Siamo ormai prossimi al centenario della Vittoria nella Grande Guerra. Sono andato ad una delle manifestazioni organizzate per tale ricorrenza:  un convegno sulla  politica Italiana prima e dopo la Grande Guerra vista dall’ottica dell’opera storiografica di Roberto de Felice e dei suoi epigoni. De Felice ha avuto il grande merito di contestare la narrazione ideologica che ha inquinato la visione storica i quegli anni basandosi il più possibile su fatti accertati. Si può non essere d’accordo su alcune conclusioni ma certamente non si può non concordare sul metodo scientifico adottato.



Vari sono stati i punti trattati:



 

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Insomma, credo che la Storia possa essere una utile magistra vitae purché non la si contamini con una narrazione ideologica. Se si stravolgono i fatti, non si capisce perché l’orrore del regime fascista si sia potuto sviluppare. Raccontato come è raccontato nei libri di scuola ai nostri giovani, sembra del tutto alieno al retroterra culturale e politico Italiano. Questa narrazione può essere utile per coprire i cambi di casacca di qualcuno e per rifarsi una finta verginità, ma è estremamente pericolosa perché non permette di creare nella società  i necessari anticorpi ai regimi dittatoriali e neppure di riconoscerne i sintomi premonitori. Quindi la Storia per non dimenticare, ma una Storia non manipolata ed ideologizzata, altrimenti diventa essa stessa uno strumento per l’affermazione di regimi illiberali e dittatoriali, esattamente come in 1984 di Orwell.

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