Nicola Morra: le migliori gaffe sulla mafia del presidente della Commissione Antimafia

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Per la serie: "il governo del Cambiamento" oggi il Senato ha eletto presidente della Commissione Antimafia l'uomo che sosteneva che Sergio Mattarella provenisse «simbolicamente da una tradizione che in relazione alla mafia ha tanto da chiarire e farsi perdonare»

Il senatore del MoVimento 5 Stelle Nicola Morra è stato eletto oggi presidente della Commissione Antimafia del Senato. Su Facebook il senatore pentastellato ha dato la notizia citando Paolo Borsellino, il magistrato ucciso dalla mafia in via d’Amelio a Palermo il 19 luglio 1992, che in un discorso tenuto pochi giorni prima dell’attentato parlando della lotta alla mafia aveva parlato della necessità di «un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità».



Oggi Nicola Morra non ha sbagliato il nome, ma il 19 luglio del 2013 ricordando il Aula a Palazzo Madama il sacrificio di Borsellino il senatore pentastellato si interrogava su dove fosse finita la famosa agenda rossa di Salvatore Borsellino. Che però è il fratello del magistrato.



Un peccato veniale, una svista di poco conto, in fondo è capitato anche al Presidente del Consiglio Conte di non aver i ricordi un po’ confusi riguardo ai nomi degli uomini che hanno combattuto la mafia. Nulla in confronto a quando nel 2015 il neoletto Presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra commentava l’ipotesi di una candidatura di Sergio Mattarella dicendo che «proviene simbolicamente da una tradizione che in relazione alla mafia ha tanto da chiarire e farsi perdonare». Forse all’epoca Morra ignorava (nel senso che non ne era a conoscenza) il fatto che il fratello del futuro Presidente della Repubblica – Piersanti Mattarella – era stato ucciso dalla mafia su ordine di Totò Riina. Freddato davanti a moglie e figli nella sua automobile. Chissà, magari nel frattempo Morra ha avuto modo di approfondire la questione anche perché altrimenti sarà molto più complicato «promuovere una nuova cultura antimafia» come ha auspicato oggi il senatore.

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