Suona strano sentirlo dire da lui ai suoi, ma ieri Guido Bertolaso, il super consulente della Regione Lombardia, ha attaccato Aria, la partecipata regionale che gestisce la campagna di vaccinazione, e con lei chi l’ha fortemente voluta questa società, e cioè l’assessore regionale leghista al Bilancio Davide Caparini: “Una vergogna”. Perché? Perché Aria ha mandato un sms a 900 over 80: “Presentativi giovedì 11 marzo al centro vaccinale di Niguarda”. Peccato però che le vaccinazioni potessero essere al massimo 600. E così, centinaia di anziani in piedi, lì fuori, tutti insieme, poca distanza, e che -forse- non verranno vaccinati. A pubblicare la foto con tanto di didascalia dura è stato proprio Guido Bertolaso:
La coda degli anziani fuori dal centro vaccinale di Niguarda per gli errori di Aria che manda 900 convocazioni al posto delle 600 previste è una vergogna! Ho mandato la Protezione Civile ad assisterli, mi scuso con tutti loro!
Un attacco non da poco. A chi? A loro stessi. Perché la società Aria è stata fortemente voluta dall’assessore regionale al Bilancio Davide Caparini. Assessore di chi? Di Attilio Fontana. E Caprini infatti non l’ha presa un granché bene. Menomale che poi – almeno – quei 300 over 80 non siano stati rispediti a casa, e che siano riusciti ad avere il vaccino.
Scrive sempre Guido Bertolaso:
La Protezione Civile è intervenuta assistendo tutte le persone che si sono presentate al Niguarda per la somministrazione dei vaccini anti-covid. L’Ospedale ha risposto prontamente vaccinando sia i 600 cittadini “programmati” che i 300 “in più”.
Ovviamente molto dure sono state le reazioni delle opposizioni. Vinicio Piluffo, segretario Pd lombardo:
Regione Lombardia è un disastro senza fine, una ne pensa e cento ne sbaglia. Ma ancor peggio degli errori sui vaccini, sui tamponi o sui numeri, sono i continui rimpalli di responsabilità, gli scaricabarile, quella sindrome da accerchiamento dell’amministrazione che non trova giustificazione alcuna nella realtà.
Gregorio Mammì, consigliere regionale M5s:
“Peccato che alle scuse non segua una chiara assunzione di responsabilità e un cambio di strategia. Insieme alle dimissioni immediate di chi ha sbagliato”.