Mentre gli europarlamentari bevono limoncello Alitalia brucia un miliardo di nostri soldi

Categorie: Economia, Fact checking
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Secondo stime, la cassa, depurata dagli anticipi già incassati, a fine settembre sarebbe ridotta a 160 milioni. La previsione è che si esaurirà in dicembre. In 30 mesi bruciati 800 milioni

Mentre l’europarlamentare della Lega Antonio Maria Rinaldi sorseggiava il suo limoncello gentilmente offerto da Alitalia ai clienti business, la compagnia bruciava circa 837 milioni di euro di liquidità da quando è nella gestione commissariale.



Mentre gli europarlamentari bevono limoncello Alitalia brucia un miliardo di nostri soldi

Al giro di boa dei due anni e mezzo di gestione commissariale – cominciata il 2 maggio 2017- i calcoli elaborati dal Sole 24 Ore e presentati oggi da Gianni Dragoni sulla base dei dati disponibili. Secondo stime, la cassa, depurata dagli anticipi già incassati, a fine settembre sarebbe ridotta a 160 milioni. La previsione è che si esaurirà in dicembre. Non è indicato in quale giorno del mese, ma Alitalia rischia di rimanere senza carburante e senza soldi per pagare gli stipendi.

La gestione commissariale, nominata durante il governo di Paolo Gentiloni dall’allora ministro Carlo Calenda, ha scelto di fare un programma di cessione dell’attività e ha ottenuto un prestito statale di 900 milioni, a un tasso di circa il 10% annuo. Con una simile dote i commissari avrebbero anche potuto tentare di fare un programma di ristrutturazione dell’azienda.



La legge lo consente in alternativa alla vendita dei beni Stadi fatto che la cessione non c’è ancora stata né è sicuro che ci sarà, mai soldi sono finiti Alitalia non è in grado di restituire i 900 milioni, non ha versato al Mef neppure gli interessi per 145 milioni maturati fino al 31 maggio scorso, poi cancellati per il periodo successivo dal «decreto Crescita» del precedente governo, che ha anche abolito il termine per il rimborso dei 900 milioni (era il 30 giugno).

I numeri di Alitalia citati dal Sole 24 Ore (3 novembre 2019)

L’ultimo dato ufficiale comunicato dai commissari è che a fine settembre rimanevano 310 milioni in cassa. Ma questa somma è gonfiata, come in un «doping amministrativo», dagli anticipi per i biglietti prepagati peri voli futuri. Questi soldi sono un debito della compagnia verso i clienti. A quanto ammontino questi anticipi non si sa, ma si tratta di 4-5 milioni di biglietti. Del resto, se non ci fosse un’emergenza di liquidità per Alitalia il governo non avrebbe inserito nel decreto legge fiscale un nuovo finanziamento statale ad Alitalia. Nella bozza originaria il «prestito» era di 350 milioni. Nel testo finale è salito a 400 milioni. Ildecreto dice che questo «finanziamento a titolo oneroso» (al tasso di quasi il 10%) è concesso per sei mesi ad Alitalia e alle altre società del gruppo «per le loro indilazionabili esigenze gestionali». L’obiettivo è «consentire di pervenire al trasferimento dei complessi aziendali».



Alitalia, Delta e Lufthansa

Intanto il costosissimo (in tema di soldi pubblici) limoncello che l’europarlamentare Rinaldi sorseggia a bordo del vettore nazionale è a carico dei cittadini e Alitalia deve scegliere tra due partner per ricominciare l’attività: Delta e Lufthansa.

Il Corriere della Sera fa sapere che ci sono ben tre bozze di rilancio. La prima, di Fs e Delta, prevede una newco con 103 aerei e 2.500 esuberi. La seconda, di Atlantia, ipotizza 97 velivoli e 2.800 esuberi. La terza, di Lufthansa, propone 75 velivoli e 5-6.000 esuberi. I commissari Daniele Discepolo, Enrico Laghi e Stefano Paleari — scrive il quotidiano in un articolo a firma di Leonard Berberi — privilegiano il progetto Fs-Delta perché da un lato i 100 milioni arriverebbero subito, dall’altro i sacrifici occupazionali sarebbero inferiori. L’investimento è il vero rebus delle trattative con Lufthansa. I tedeschi a parole hanno ipotizzato un equity «di circa 150 milioni» nella nuova Alitalia, ma non c’è ancora un impegno preciso.