Luigi Di Maio: il ministro secretato

Repubblica lo paragona ad Hercule Poirot, investigatore reso celebre da Agatha Christie. Ma perché non si notano tutte le somiglianze con l'ispettore Clouseau?

L’appassionante conferenza stampa di Luigi Di Maio sull’ILVA in cui il ministro dello Sviluppo ha detto (senza nominarlo mai) che il suo predecessore Carlo Calenda con la gara e l’assegnazione ad Arcelor-Mittal ha commesso “il delitto perfetto” porta oggi Sebastiano Messina su Repubblica a scomodare paragoni importanti, come quello con l’investigatore belga Hercule Poirot, storico personaggio di Agatha Christie:



Ed è forse per tenerci tutti sulla corda, come un vero giallista, che ha chiuso a chiave nel suo cassetto il referto del medico legale, che in questo caso è nientemeno che l’avvocato generale dello Stato, Massimo Massella Ducci Teri. È a lui — il più alto consigliere giuridico del governo — che il ministro-investigatore aveva infatti chiesto un parere legale sullo strano caso dell’acciaieria di Taranto.

Ma quando l’ha ricevuto, l’ha letto, ha richiuso la busta e non ha voluto rivelare a nessuno il suo contenuto. O meglio: ci ha detto solo ciò che a lui è piaciuto. Sappiamo perciò che l’Avvocatura ha usato la parola «criticità». Che non è un termine giuridico, ma burocratico.



Il parere del luglio 2017

Ci può essere una criticità, per esempio, nella raccolta dei rifiuti. Ma in quel caso basta mandare dieci autocompattatori per superarla: qui invece non siamo davanti a un cumulo di spazzatura, ma alla più grande acciaieria d’Europa. Eppure quella parola, «criticità», è bastata al ministro per dire che «secondo noi l’atto è illegittimo».

È illegittimo, ma lui dice di non poterlo annullare, perché «per esserci l’annullamento deve esserci l’illegittimità dell’atto». La gara dunque è illegittima, ma non è illegittima. L’illegittimità forse c’è («secondo noi»), ma di sicuro non secondo l’Avvocatura. E comunque «l’annullamento non può essere un atto unilaterale». Ascoltando il giovane ministro avventurarsi con spavalda incoscienza per sentieri a lui sconosciuti sembrava quasi di sentire gli applausi lontani degli studenti fuoricorso di Giurisprudenza, bocciati tre volte all’esame di Diritto amministrativo.



Ma il paragone è evidentemente ingiusto. Di Maio somiglia molto di più all’ispettore Clouseau:

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