Alla fine l’ha spuntata Alan Fabbri, il leghista già candidato presidente dell’Emilia-Romagna, è il primo cittadino di Ferrara. Dopo 70 anni la città si risveglia con un sindaco non di centrosinistra. La Lega di Salvini conquista una delle storiche roccaforti rosse della regione “più rossa” d’Italia. Matteo Salvini festeggia le straordinarie vittorie del suo partito “abbiamo eletto sindaci dove governava la sinistra da settant’anni!”. Il nuovo corso però non sembra iniziare con il piede giusto.
Mentre venivano diffusi i risultati del ballottaggio (Fabbri ha preso il 56,77% dei voti contro il 43,23% del candidato del centro-sinistra Modonesi) alcuni militanti della Lega festeggiavano a modo loro la vittoria. Alcuni militanti della Lega hanno pensato bene di coprire con la bandiera del partito di Salvini lo striscione “Verità per Giulio Regeni“ fatto esporre da Amnesty International sullo scalone principale della sede del Comune. Forse i leghisti non si sono nemmeno accorti di quello che stavano facendo, presi dall’euforia del momento e dall’ebbrezza della vittoria.
Qualcuno ha ironizzato facendo notare come in fondo i leghisti in questi mesi di campagna elettorale abbiano dimostrato di non gradire striscioni e lenzuola varie. Resta da vedere se lo striscione per Regeni rimarrà al suo posto anche dopo l’insediamento di Fabbri. Nell’estate scorsa a Treviso, dopo la vittoria del leghista Mario Conte, lo striscione di Amnesty per Regeni era stato fatto togliere dalla facciata del palazzo dove si trova la sala consiliare. Il neoeletto sindaco aveva spiegato che lo striscione era appeso da due anni e “si era rovinato” e che “era stato esposto già da un bel po’ di tempo”. Oltre a Ferrara la Lega ha conquistato ieri ai ballottaggi anche Forlì, da 50 anni governata da amministrazioni di centrosinistra.
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