La storia dei deputati grillini iscritti al concorso della Camera che deve selezionare 30 assistenti parlamentari tra 15mila aspiranti si ingrossa. La storia era stata raccontata dal Messaggero nei giorni scorsi: il quotidiano romano aveva puntato il dito in particolare contro l’onorevole Gianfranco Di Sarno, laurea in giurisprudenza, nato a Caserta, eletto in Campania nel collegio uninominale. L’interessato non negava e non confermava, ma dava una sua personale (e incredibile) versione dei fatti. «Ho un’amica con cui spesso partecipo ai bandi e magari mi ha iscritto lei. Ma non mi presenterò. Molto spesso mi iscrive a concorsi a cui non partecipo perché sono impegnativi e non ho tempo di prepararmi. Non so se mi ha iscritto a questo. Quando la vedo glielo chiedo». Oggi sulla vicenda torna Repubblica:
Dopo giorni di polemiche arriva l’invito del presidente della Camera Roberto Fico in vista delle selezione per i 30 consiglieri di Montecitorio che partiranno a gennaio con le prove a quiz, senza dimenticare gli altri 8 da assumere tra architetti, ingegneri e informatici. Concorso durissimo tra quiz, sei prove orali e colloqui finali, per chi ci arriverà: 15 mila gli iscritti alla selezione generale, 2mila a quelle tecniche. Secondo gli spifferi che girano a Montecitorio, sarebbero appartenenti ai Cinque Stelle gli onorevoli che si sono iscritti al concorso.
«Quello del presidente Fico è un invito insufficiente, una sorta di raccomandazione politica priva di ogni valore giuridico», dice Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia e questore della Camera. «Potevamo vietare la partecipazione ai parlamentari in carica, e invece si è preferito omettere questa clausola anche nel bando che abbiamo licenziato oggi, per 50 assistenti, i vecchi commessi. Per questo nella riunione dell’ufficio di Presidenza io e il collega Fabio Rampelli non l’abbiamo votato.
E Di Sarno? È ancora in fuga da quel giorno:
Di Sarno annunciava che sulla partecipazione avrebbe chiesto una votazione ai Cinque Stelle. Votazione a questo punto superata dall’intervento di Fico. Ieri non ha voluto commentare l’invito del presidente. Raggiunto al telefono dice: «Sono in una riunione, mi può chiamare tra un’ora?». Ma alle successive chiamate, nessuna risposta.
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