La manifestazione dei no-vax rivoluzionari, quelli del Popolo Unico amici del Generale Pappalardo, non è stata proprio un successo, anzi. In compenso è andata meglio alla manifestazione del popolo veneto dei no-vax chiamato a raccolta da Corvelva e da un’altra decina di associazioni per la libertà vaccinale. Tutti i genitori arrivati a Venezia al grido di libertà per rivendicare il diritto a violare una legge dello Stato che impone le vaccinazioni obbligatorie per i bambini nella fascia d’età tra 0 e 6 anni.
Stando alle cronache almeno duemila persone si sono date appuntamento nel piazzale della Stazione S. Lucia a Venezia per assistere al comizio dei leader della protesta e delle mamme che si oppongono all’obbligo vaccinale. Secondo gli organizzatori erano presenti 7000 persone, secondo la Questura 1500 e secondo Gabriella Mereu addirittura 10000.
In contemporanea si sono tenute altre due manifestazioni: una a Berlino e una ad Aosta. Tutte e tre gli eventi hanno avuto – stando a quanto si legge sul volantino – nientemeno che il patrocinio della “Corte di Giustizia e dei Diritti dell’Uomo di Ginevra” delle cui sentenze curiosamente non si trova traccia e il cui commissario italiano – presente alla manifestazione – risulta essere laureato in architettura. Da non confondersi con la Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che è un vero tribunale internazionale.
Tra loro anche alcuni medici radiati dall’albo, ormai un must have per manifestazioni di questo tipo dove i medici radiati vengono considerati al pari. Personaggi come Dario Miedico e Paolo Rossaro, il medico condannato per omicidio colposo per aver tentato di curare con vitamina C e integratori un linfoma di Hodgkin. A Rossaro si era rivolto il padre di Eleonora Bottaro, la ragazza morta di leucemia in Veneto. Dal palco allestito su un barcone nel Canal Grande Rossaro ha invitato i genitori alla disobbedienza civile.
A Venezia (ma anche ad Aosta e Berlino..) il popolo arancione ha voluto dare l’ennesima dimostrazione di forza per far sapere ai politici e agli scienziati al soldo delle lobby farmaceutiche che sono in molti e che la loro lotta continua.
Sarà, ma a quasi una settimana dall’inizio dell’anno scolastico sono pochissimi i genitori che hanno voluto fare opposizione attiva contro la legge 119/2017. Le minacce di chiamare i Carabinieri e di rifiutarsi di consegnare l’autocertificazione (come raccomandato dalle associazioni no-vax) sono sostanzialmente caduti nel vuoto. I casi di bambini lasciati fuori dalle scuole dell’infanzia fanno notizia sì, ma sono pochi anche quelli. E nelle Marche – culla del movimento no-vax dopo la manifestazione di Pesaro – i dati dimostrano che gli obiettori duri e puri sono poco circa un centinaio (su oltre settantamila bambini che nelle Marche rientrano nelle disposizioni di legge).
Il problema del movimento è che ai proclami bellicosi fatti su Internet e alle manifestazioni colorate del mondo reale non fa (fortunatamente) seguito una reale obiezione contro l’obbligo. L’impressione è che molti genitori abbiano ormai abbandonato il movimento e abbiano deciso di andare per conto proprio. Anche perché contrariamente a quanto accade di solito per il popolo free-vax l’unione non fa la forza. I genitori infatti non sono adeguatamente sostenuti dalle associazioni che li mandano allo sbaraglio con bizzarre autocertificazioni atipiche che non servono a nulla. Ma soprattutto ai no-vax conviene “per loro natura” di essere una percentuale molto ridotta della popolazione. Solo così infatti potranno far correre i rischi che tanto temono ai figli degli altri per godere da scrocconi dei benefici dell’effetto gregge.