Il prefetto di Ascoli ha fatto rimuovere la bandiera di Salò che sventolava da un palazzo di Ascoli segnalata ieri da Paolo Berizzi su Repubblica. La bandiera sventolava fino a ieri sulla finestra della casa di casa di Giulio Natali, ex vicesindaco, ex consigliere regionale, figlio di Luigi, senatore missino, in corso Mazzini e in via d’Argillano, pieno centro storico al primo piano di un elegante palazzo d’epoca: sei finestre affacciate su due strade.
Paolo Berizzi raccontava ieri che Natali è un “fascista tutto d’un pezzo”, uno “a destra della destra”: «Sarà il vento sovranista che soffia anche nelle Marche. Sarà che abbiamo una tradizione di destra. Sta di fatto che si respira un’aria fetida» – ha detto ieri Mimmo Nardini, cardiologo, lista civica “Ascolto e Partecipazione”, già candidato sindaco alle elezioni che hanno incoronato Marco Fioravanti, 36 anni, coinvolto nella storia imbarazzante della serata in ricordo della marcia su Roma.
E infatti Natali dimostra di essere un duro anche dopo l’ammainamento: “Non rinnego nulla a differenza di quelli della cena di Acquasanta”, fa sapere lui al Corriere Adriatico. Il riferimento di Natali è al 28 ottobre scorso: FdI convocò una settantina di camerati al ristorante “Terme” di Acquasanta: sul menù campeggiavano, anche qui, l’aquila di Salò e il fascio littorio, e, sopra, il simbolo del partito di Giorgia Meloni.
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