Davide Barillari potrebbe essere il politico che tutto il Mondo ci invidia. Se solo lo conoscessero un po’ meglio e più a fondo. Nella costante opera di propagazione delle idee del nostro ci troviamo oggi ad affrontare la proposta del consigliere regionale a 5 Stelle su come affrontare i “mercati” che si oppongono al governo del cambiamento guidato dal MoVimento 5 Stelle. Qualche giorno fa Barillari ha preso carta e penna e ha lanciato su Facebook la sua modesta proposta per salvare la democrazia italiana.
Qualche giorno fa, quando il M5S dava la colpa a Mattarella se Giuseppe Conte aveva rinunciato a formare il nuovo governo Barillari lamentava sui social la morte della democrazia. I soliti noti – oltre ai mercati ci sono anche vecchi burocrati europei, il PD, le banche e CGIL, CISL e UIL – che hanno impedito la nascita di un governo che per la prima volta nella storia della Repubblica era fondato so un contratto e su impegni concreti.
L’ipotesi di un governo tecnico guidato da Cottarelli fa rabbrividire il nostro eroe perché ci sarebbero “ministri riciclati dai tempi di Monti e della prima Repubblica”. Come spiegare a Barrillari che quel Savona su cui è cascato il palco è un ministro della Prima Repubblica (a cavallo tra la prima e la seconda, per la precisione) e per giunta è stato un ministro tecnico? Impossibile.
Ma non finisce qui, perché la rabbia e tanta e Davide ne ha da smaltire. Come fare a fermare i mercati, questa forza inarrestabile che pretende di condizionare i destini di un Popolo? Barillari ha un’idea geniale: stop agli acquisti e chiudiamo i conti correnti. Visto che ignorano il popolo sovrano l’unica strada da percorrere è quella di colpirli là dove fa più male: i soldi. La strategia el consigliere del MoVimento 5 Stelle è molto simile al marito che si evira per punire la moglie.
Ma, spiega, è l’unica arma di protesta “pacifica e non violenta” che ci resta. L’unione fa la forza, continua il Political hacker del M5S, che spiega che «Tutto il sistema si regge sulle banche (dove stanno i nostri risparmi e dove arrivano ogni mese i nostri stipendi) e sugli acquisti di beni primari (cibo, vestiti) e inutili (accessori, cosmetici, cinema, ristoranti, viaggi e tecnologia)» quindi se i cittadini ritirano tutti i loro risparmi e aprono un conto nella banca di cui Barillari fa pubblicità (Banca Etica) i poteri forti della finanza capiranno subito chi comanda. E se ancora non basta ecco la misura geniale: per una settimana nessuno deve più comprare “beni inutili”. Quali sono? La lista è quella fatta sopra cosmetici, cinema, ristoranti, viaggi e tecnologia, per iniziare. Quindi Barillari propone di mettere in ginocchio il settore della ristorazione, il turismo e il cinema (più altre cose) per fare un dispetto ai mercati.
Sicuramente tutti quelli che lavorano in quei settori saranno felicissimi non solo di di vedersi azzerare i guadagni ma anche di essere considerati inutili e al tempo stesso utili al sistema finanziario. Impossibile poi spiegare a Barillari che facendo fallire le banche (tutte tranne Banca Etica) che detengono il debito pubblico italiano c’è il rischio che poi quel debito non lo compri più nessuno e che quindi nessuno sia disposto a finanziare la spesa pubblica (che si finanzia tramite l’emissione di bond). Ancora più difficile far capire a Barillari il funzionamento dei “mercati” che non sono entità astratte e demoniache ma persone (come sono persone i lavoratori che vendono cose “inutili”), spesso di nazionalità italiana. Non parliamo di quello che succederebbe se tutti andassero simultaneamente a ritirare i propri soldi. Barillari forse ignora che quei soldi vengono reimpiegati dagli istituti di crediti sotto forma di finanziamenti alle imprese. Questo significa che svuotare i conti e mettere i soldi in Banca Etica comporta per le altre banche la necessità di chiedere indietro le somme concesse in prestito (non dimentichiamo che ci sono anche i mutui). Risultato? Il collasso del sistema bancario e un un credit crunch di proporzioni apocalittiche. Rispetto a Banca Etica poi non siamo così sicuri che gradirà la pubblicità fatta da uno come Barillari, anche perché qualche anno fa la banca amata dal consigliere a 5 Stelle in un comunicato esortava ad acquistare i titoli di Stato italiani (e anche dal bilancio consolidato 2017 risulta che BE detenga titoli di Stato).