I sovranisti che hanno scoperto il piano dei Poteri Forti per mandare Mahmood a Strasburgo

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Mahmood si è esibito a Strasburgo nella prima data del suo tour europeo. Qualcuno non l'ha presa benissimo e ha scoperto che è tutto un complotto per convincerci che il vincitore di Sanremo è italiano!

Ieri sera Mahmood si è esibito a Strasburgo per i deputati dell’Europarlamento. Un’occasione per lanciare il tour europeo del vincitore dell’ultima edizione di Sanremo e per far vedere che le istituzioni europee sono “attente” ai giovani e che il Parlamento – per citare le parole del Presidente David Sassoli – «non è chiuso in sé stesso ma il più possibile aperto alle istanze sociali, culturali, artistiche».



«Ci mancavano i cantanti di Stato» e altre importanti opinioni sovraniste

La si può raccontare e presentare come si vuole ma di fatto è stato un semplice, banale, normale concerto. Naturalmente agli esperti di piano Kalergi non la si fa, perché loro sono tipi molto attenti ai dettagli. E così mentre all’europarlamentare M5S Dino Giarrusso non sfuggiva il fatto che il cantante fosse “vestito da iena” (chiaramente un segno di devozione e reverenza verso Dino “detto Iena” Giarrusso) ad altri è balzato subito all’occhio una cosa che molti hanno tentato di nascondere: Mahmood non è un nome italiano.



Il che il realtà non rileva nulla visto che al Parlamento Europeo non ci sono solo italiani. Ma vale la pena di ricordare che Mahmood è il nome d’arte di Alessandro Mahmoud, che purtroppo per quelli che predicano contro l’invasione è italianissimo. Ma non mana il nostro mirabile utente Twitter con tricolore nel profilo che riferendosi a Mahmood e Sassoli commenta: «questi sono i personaggi che vogliono in Europa di merda». Chissà che cosa voleva dire davvero.

Altrove invece altri utenti speciali si interrogano su quali doti abbia questo Mahmood (oltre al fatto di aver vinto Sanremo?) e si chiedono come mai tanti altri artisti “molto più dotati” non siano andati a Strasburgo. Anche perché diciamocelo, cosa c’entra Mahmood con la tradizione musicale italiana? È evidente che è tutto manovrato. «Ci mancavano i cantanti di Stato», commenta sconsolato un utente che rimpiange i bei tempi andati (in cui non succedeva assolutamente nulla, ma tant’è).

Si continua con quelli che ci spiegano che è la sinistra che “vuole farne un esempio” e che i soliti Poteri Forti usano Mahmood come “bandierina da sventolare”.

Un nostalgico di artisti italiani d’altri tempi rimpiange invece Jimi Hendrix e il suo inno (USA) lisergico. All’epoca sì che i giovani compravano musica vera e non “musica allineata” alle direttive europee (tanto lo sanno tutti che ci dicono come devono essere le zucchine!). E sappiamo bene che se Mahmood avesse osato cantare l’Inno Nazionale sicuramente ci sarebbe stato qualcuno che non avrebbe gradito la reinterpretazione gridando allo scandalo.

Non manca per forza di cose il razzista che si chiede se questa sia l’Unione Europea o l’unione africana (battuta da applausi) anche se Mahmood è nato in Italia (ma lo sappiamo bene che non basta nascere in Italia per essere italiani) da madre italiana (ah!).

Il migliore rimane senza dubbio quello che denunzia la vergognosa messinscena di questo fenomeno da baraccone che «in realtà è solo un cantante con una bella voce». Il che se ci si pensa bene è tutto quello che si chiede di essere ad un cantante.

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