«Il governo cade entro il 15 gennaio»

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Silvio Berlusconi è convinto che l'esecutivo Conte stia per cadere e disegna il suo diabolico piano per il resto della legislatura

«Bisogna puntare sui dissidenti grillini, perché entro il 15 gennaio il governo salta». In queste parole attribuite da Anna Maria Greco del Giornale a Silvio Berlusconi si tratteggia il retroscena più deflagrante che in queste settimane agita Montecitorio e Palazzo Madama: quello che vede il Cavaliere iperattivo nell’impresa che gli è già riuscita una volta con Prodi tra il 2006 e il 2008: lavorare ai fianchi l’esecutivo Conte togliendo un voto per volta ai gialloverdi fino all’implosione.



«Il governo cade entro il 15 gennaio»

Berlusconi è davvero convinto di essere vicino al suo obiettivo finale (che questo sia vero è un altro paio di maniche: anche la caduta di Prodi fu costellata da una serie di “Al lupo, al lupo” e falsi allarmi). In altre occasioni è stato beccato a promettere di acquistare senatori e deputati con ottomila euro (i soldi che non dovrebbero più restituire i pentastellati pronti al Salto della Quaglia) e a contare fino a trenta grillini pronti a passare con lui quando la maggioranza di governo si regge su pochissimi voti al Senato. Ma il Cavaliere ha anche moltiplicato i suoi segnali nei confronti di Matteo Salvini, del quale ha auspicato a più riprese il ritorno a casa nel centrodestra ricevendo in risposta però solo risposte sprezzanti e dinieghi.



Adesso però è giunta l’ora di fare sul serio. Anche perché lo scenario che ha in mente Berlusconi non si limita alla caduta di Conte e alla disintegrazione dell’alleanza tra Lega e MoVimento 5 Stelle. No, il Cavaliere ha progetti anche sul resto della legislatura anche perché non ha nessuna intenzione di trascinarsi in nuove elezioni politiche mentre i sondaggi danno Forza Italia in caduta libera.

I progetti di Berlusconi per la legislatura

Ecco quindi che nella mente di Berlusconi sta nascendo pian piano un progetto che prevede di mettere a reddito i vari transfughi, ovvero di utilizzarli per votare la fiducia a un nuovo governo, la cui guida verrà offerta proprio a Matteo Salvini. Il ragionamento del Cavaliere in merito è cristallino: caro Matteo, hai l’opportunità di fare un governo con te a capo e Meloni di supporto, direi che è molto meglio che stare dietro ai seguaci delle scie chimiche, o no?



Se poi Salvini dovesse rifiutare l’offerta che non si può rifiutare, nei piani del Cavaliere c’è un altro nome – ovvero quello di Antonio Tajani – per guidare un esecutivo di centrodestra allargato ai transfughi degli altri partiti e a chi ha il terrore delle urne a breve (cioè quasi tutti). In entrambi i casi, è il ragionamento di Berlusconi, Salvini dovrebbe dire di no a un governo che i suoi elettori di centrodestra sicuramente preferiscono all’alleanza con quei “comunisti” del MoVimento 5 Stelle. Un dilemma del prigioniero niente male per chi si è già rimangiato il no all’Europa e all’euro e adesso dovrebbe rimangiarsi la sua parola e la firma sul contratto. Con il rischio di diventare (mediaticamente) parte del sistema invece di essere assimilato a uno dei ribelli che vuole combatterlo.

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