Este Deniss Panduru, romeno 51enne con precedenti per maltrattamenti e violenza sessuale in ambito familiare (2017), lesioni personali e minacce dopo una lite in strada (2016) e guida in stato di ebbrezza con ritiro della patente (2017), era alla guida dello scuolabus che si è ribaltato sul fianco ad Acquà Petrarca in provincia di Padova alle 13,45.
Dopo aver provocato l’incidente, ha controllato le condizioni dei giovani passeggeri (otto sono rimasti feriti) ed è scappato, vagando per due ore a piedi e percorrendo una decina di chilometri, fino a quando una pattuglia dell’Arma non l’ha intercettato lungo una strada statale del Padovano. Fermato e arrestato, ora è nel carcere di Rovigo: è accusato di «fuga in caso di incidenti con danni alle persone», lesioni personali colpose plurime e guida in stato di ebbrezza.
E qui una domanda sorge spontanea: oltre a fregare Rami e Adam, cosa ha fatto Salvini per la sicurezza degli scuolabus? Per guidare un bus adibito al trasporto di persone bisogna essere in possesso della Carta di Qualificazione del Conducente (c.q.c.): è una patente professionale che si ottiene frequentando un corso di 260 ore di teoria e 20 di pratica nelle autoscuole, sottoponendosi a una visita medica approfondita e superando l’esame finale alla motorizzazione civile.
Per legge il datore di lavoro non può chiedere i precedenti di polizia a chi sta per assumere, neanche se l’impiego in questione è il trasporto di bambini. Può sì chiedere in procura al casellario giudiziale, dove figurano le condanne, ma non è obbligato a farlo. Il ritiro della patente per guida in stato di ebbrezza non è motivo sufficiente per il ritiro della licenza.
Spiega però Fabio Tonacci su Repubblica oggi che la circolare del Viminale emanata dopo la strage sfiorata nello scuolabus per Milano e si parlava anche di «approfondimenti in corso finalizzati alla possibile revisione delle leggi vigenti»: chi affida il servizio deve sobbarcarsi l’onere di «puntuali accertamenti sui requisiti del personale preposto alla guida».
L’obbligo è rivolto ai sindaci e ai dirigenti scolastici. Ora, il sindaco di Arquà Luca Callegaro sostiene di aver saputo da uno dei genitori che Deniss Panduru non faceva rispettare ai bambini le regole di comportamento a bordo, e di aver segnalato la cosa alla Seaf che, dunque, avrebbe dovuto provvedere. Dalla ditta, però, giurano di non aver mai avuto problemi con l’autista romeno. Il punto è: una volta che è partita la segnalazione, chi è che deve controllare che l’azienda prenda provvedimenti adeguati? Nessuno.
Il prefetto di Padova, Renato Franceschelli, ha un’idea da suggerire: «La circolare richiamava i datori di lavoro e gli appaltanti a prendere cautele sulla qualità di chi offre il servizio. Non si possono chiedere i precedenti penali al lavoratore ma, per esempio, si può mettere come clausola che gli autisti debbano fare gli esami del sangue una volta l’anno per provare il loro stato psicofisico».