Ecotassa, il colpo di scena che potrebbe fermare tutto

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Pochi giorni alla partenza ma spunta un dettaglio che la rende inapplicabile. Le norme non specificano quando andrà pagata: ora serve una correzione

Per l’ecobonus spunta un problema a pochi giorni dal varo. L’ecobonus è un contributo statale sull’acquisto di veicoli a basse emissioni di CO2 (fino a 70 grammi/chilometro), di categoria M1 (in pratica, auto, pulmini e camper) il cui prezzo di listino ufficiale è inferiore a 50mila euro Iva esclusa. Il contributo va dai 1.500 euro per una «plug in» senza rottamazione di un veicolo vecchio ai 6.000 euro per un’elettrica con rottamazione. L’ecotassa è un tributo supplementare sull’acquisto di veicoli M1 (non a uso speciale) con emissioni di CO2 superiori a 160 g/km. Va da 1.100 a 2.500 euro.



E il problema? Lo spiega oggi Il Sole 24 Ore: il termine di pagamento dell’ecotassa auto non è stato fissato dalla legge di Bilancio. Non è possibile colmare la lacuna con un semplice decreto ministeriale. L’unico provvedimento adottabile adesso è la risoluzione dell’agenzia delle Entrate con cui sarà fissato il codice tributo dell’ecotassa, ma in atti di questo tipo non possono contenere disposizioni su altri aspetti.Il pagamento, inoltre, potrà avvenire solo con modello F24. Ciò implica una notevole differenza rispetto agli altri tributi sull’acquisto dei veicoli

L’ecotassa (Il Sole 24 Ore, 23 febbraio 2019)

E c’è anche un altro problema: l’interpretazione della sequenza acquisto-immatricolazione prevista dalla legge. Gli operatori ritengono significhi che per far scattare il tributo occorra che entrambe le cose debbano avvenire dal primo marzo in poi, salvando gli acquisti conclusi prima, per i quali si riesce a targare il mezzo solo dopo tale data.



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