Dopo Ferragosto chiudono discoteche e stabilimenti balneari?

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«Se i numeri non cambiano sarà inevitabile - spiega Francesco Boccia - la prossima settimana si cercherà di condividere una scelta rigorosa con tutte le regioni»

Dopo Ferragosto potrebbero chiudere non solo le discoteche, che oggi qualcuno tiene aperte con l’obbligo – che nessuno controlla – di rispettare una distanza di due metri nelle piste da ballo, ma anche gli stabilimenti balneari. A dirlo oggi è Francesco Boccia, ministro degli Affari Regionali, in un’intervista a La Stampa:



Godetevi il Ferragosto, perché poi si richiude. Non solo le discoteche e i locali notturni, ma anche gli stabilimenti balneari dove c’è il rischio di “movida selvaggia”. «Se i numeri non cambiano sarà inevitabile – spiega Francesco Boccia – la prossima settimana si cercherà di condividere una scelta rigorosa con tutte le regioni». Il ministro per gli Affari regionali è in «riunione permanente», ultima una «conferenza straordinaria Stato-regioni, fatta da un commissariato qui in Puglia», per cercare di definire una linea comune con i governatori più inclini alle fughe in avanti.

«Con i colleghi Speranza e Patuanelli abbiamo fatto un discorso chiaro alle regioni – dice – le discoteche per noi non andavano proprio riaperte, le linee guida del governo andavano in questa direzione». Ma con il decreto del 16 maggio si era deciso di lasciare comunque alle regioni la possibilità di valutare l’opportunità di far riaprire, rispettando certe condizioni. «Come sappiamo le regioni hanno una loro autonomia, che hanno anche rivendicato, e quindi si stanno muovendo in ordine sparso», ammette Boccia. Risultato, in Lombardia stasera si balla, in Calabria no.



La scelta appare curiosa in primo luogo perché se c’è necessità di chiudere non si capisce perché si debba attendere dopo Ferragosto (o meglio: si capisce che è più importante il business delle feste rispetto alla salute); e in secondo luogo perché questo pare l’ennesimo annuncio terrorizzante che poi viene smentito il giorno dopo. E che rende la situazione grave, ma non seria.



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