Spunta un dirigente (per ora anonimo) della Lega nella storia della Lombardia Film Commission

Spunta un dirigente della Lega nella vicenda della Lombardia Film Commission. Per ora il nome non viene fatto, ma Repubblica racconta di un incontro segreto a Roma tra un politico di primo piano del Carroccio e i tre commercialisti  Scillieri, Di Rubba e Manzoni

Spunta un dirigente della Lega nella vicenda della Lombardia Film Commission. Per ora il nome non viene fatto, ma Repubblica racconta di un incontro segreto a Roma tra un politico di primo piano del Carroccio e i tre commercialisti  Scillieri, Di Rubba e Manzoni.



Dalla fine di febbraio, Sostegni minaccia di rivelare alla stampa i dettagli di quell’operazione immobiliare che aveva garantito al cerchio magico dei professionisti leghisti «una distrazione di fondi pubblici» pari a 800mila euro. Lui, con il solo diploma di terza media e senza alcuna occupazione in Italia, era stato nominato da Scillieri prima legale rappresentante e poi liquidatore di Paloschi srl, la società nella quale lo stesso Scillieri – nel cui studio era stata registrata e domiciliata la lista “Lega per Salvini Premier” – aveva fatto confluire l’immobile di Cormano. Un capannone, ha accertato l’indagine del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi, in «pessimo stato di conservazione e manutenzione», venduto per 400mila euro da Paloschi srl ad Andromeda – formalmente intestata a un altro prestanome, ma amministrata di fatto sempre da Scillieri – e poi rivenduto a 800mila euro a Lombardia Film Commission. L’operazione è, per il gip Giulio Fanales, «uno schermo giuridico» utilizzato per «occultare l’unico intendimento perseguito, ossia la distrazione del fondo erogato dall’ente pubblico a favore dell’allora presidente Di Rubba e dei suoi complici», ora indagati per turbativa d’asta e peculato.



È nel mezzo di questa «escalation di pressioni» che Scillieri, Di Rubba e Manzoni incontrano un dirigente leghista a Roma dove Di Rubba e Manzoni, custodi della cassaforte leghista, sono di casa. Bergamaschi, soci di studio, quarantenni, vicini al parlamentare e attuale tesoriere del partito Giulio Centemero, i due commercialisti sono stati i revisori dei conti dei gruppi parlamentari del  Carroccio alla Camera e al Senato. L’incontro però avviene lontano da occhi indiscreti, a debita distanza da sedi istituzionali. Gli investigatori mantengono il massimo riservo sull’identità del politico leghista. Ma considerano l’incontro a Roma un importante elemento di connessione tra l’affaire di Cormano e i misteri che avvolgono la più ampia e misteriosa gestione dei fondi del partito.

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