Dimissioni in cambio dell’assunzione del figlio: Carlo Fidanza è indagato per corruzione

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Una nuova grana per il capodelegazione, auto-sospeso, di Fratelli d'Italia al Parlamento Europeo

Dopo l’indagine per riciclaggio e finanziamento illecito ai partiti, una nuova grana per l’ex (in quanto auto-sospeso) capodelegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo. La Procura di Milano, infatti, ha aperto una nuova indagine nei confronti di Carlo Fidanza. Si parla, secondo l’impianto accusatorio dell’inchiesta, di corruzione. Tutto sarebbe partito da Brescia quando, circa un anno fa, un Consigliere Comunale si dimise per “motivi personali”, lasciando spazio – come previsto dall’automatismo che entra in gioco in casi simili – al primo dei non eletti. Poi, dopo quel passo indietro, il figlio 20enne del consigliere dimissionario è stato assunto dallo stesso europarlamentare di FdI come suo assistente.



Carlo Fidanza indagato a Milano per corruzione

Un caso controverso su cui sta indagando la Procura meneghina. Un gioco di intrecci, secondo i pm, fatto di poltrone lasciate vacanti in cambio di favori personali. Era il luglio dello scorso anno, infatti, quando Giovanni Francesco Acri decise di dimettersi dal suo ruolo di Consigliere Comunale a Brescia. E quel posto vacante, come prevede la legge, venne assegnato al primo “classificato” nella lista dei non eletti, cioè Giangiacomo Calovini (che non risulta essere indagato).

Un cambio in corsa legittimo. Ma, secondo la Procura, quelle dimissioni arrivarono al termine di un accordo che ha visto come protagonista proprio Carlo Fidanza: l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, infatti, ha assunto come suo assistente il figlio 20enne di Giovanni Francesco Acri, poco dopo le sue dimissioni dal Consiglio Comunale di Brescia e il suo avvicendamento con quel Calovini a lui molto vicino. E proprio questa dinamica e queste tempistiche sono oggetto delle indagini per corruzioni in corso a Milano. Ma il capodelegazione di FdI (sospeso) si dice tranquillo:



“Evidentemente, facendo politica, non si può essere simpatici a tutti e probabilmente qualcuno ha tentato di colpirmi in un momento di difficoltà, nascondendosi dietro l’anonimato. Tengo solo a dire che sono più che sereno, non ho commesso alcun atto illecito e sono certo che le indagini lo dimostreranno”.

(FOTO IPP/ALBERTO GALETTO )