Non sarà un liberi tutti, ma un a prima fase per superare il coprifuoco. Almeno per come lo conosciamo e abbiamo conosciuto negli ultimi mesi. Luigi Di Maio conferma la linea che intende intraprendere il governo sulle limitazioni orarie e indica – anche lui – nella metà del mese in corso la data per estenderle. Il Ministro degli Esteri, ospite negli studi de L’Aria che Tira (La7), non ha parlato di 23 o 24, ma solamente di superamento dello status quo.
“Credo che il 16 maggio sia una data auspicabile per superare il coprifuoco, ovviamente non è un liberi tutti – ha detto Luigi Di Maio rispondendo a una domanda specifica di Myrta Merlino -. Adesso dobbiamo affrontare l’estate e permettere ai turisti vaccinati di venire in Italia a godersi le nostre bellezze”. Il tema delle riaperture, dunque, è alla base dei discorsi futuri e futuribili all’interno del Consiglio dei Ministri.
Il capo della Farnesina ha definito il coprifuoco un “incubo” da cui bisogna uscire. Ma occorre “lavorarci per non rientrarci”. Quindi: “Superare il coprifuoco per come lo conosciamo, per non rientrarci pochi mesi dopo”. E non mancano le stoccate a Matteo Salvini (ma anche, di riflesso, a Giorgia Meloni): “Non è che dirlo ogni giorno serva a cambiarlo. Noi ci stiamo lavorando”. Insomma, non servono le petizioni online e le ripetizioni a pappagallo tra social e televisioni.
Perché non sarà un liberi tutti? Il capo della Farnesina ha sottolineato come quanto accaduto in passato dovrebbe essere di insegnamento per le decisioni future. Il riferimento, ovviamente, è alla scorsa estate quando il livello di attenzione (e di restrizioni) si è abbassato dando vita a quella seconda ondata che abbiamo pagato a grave prezzo (in termini di vite umane, di contagi e – di conseguenza – anche di chiusure e limitazioni).
(foto e video: da L’Aria Che Tira, La7)