Chissà perché i politici si accorgono solo ora dei problemi di Dazn

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Dopo i disservizi nel corso della prima giornata di campionato, ecco che il populismo elettorale vuole sfruttare il tutto per fare mera propaganda

Tu chiamale se vuoi, elezioni. I cittadini italiani sono alle prese, da anni, con i diversi problemi di trasmissione dei match di Serie A sulle varie piattaforme Dazn. Da tempo, infatti, moltissimi utenti hanno evidenziato e denunciato disservizi e la storia si è ripetuta anche nel corso della prima giornata di campionato (che si concluderà questa sera): servizio non disponibile e problemi che non sono stati risolti nel corso delle partite. Insomma, moltissime persone – nonostante l’abbonamento regolarmente pagato – non hanno potuto assistere all’esordio delle propria squadra del cuore. Problemi atavici, ma i politici sembrano accorgersene solamente ora. Proprio in campagna elettorale.



Problemi Dazn, cosa dice l’azienda

Partiamo dai problemi Dazn (molto simili, almeno per l’impossibilità di fruizione, a quelli già avvenuti nel corso della prima giornata del campionato scorso). I primi disservizi sono stati registrati intorno alle 18.30 di sabato 13 agosto, data delle prime due partite della Serie A stagione 2022-2023. Moltissimi utenti hanno denunciato quel che stava accadendo.

E la rabbia è stata ancora maggiore per via dell’aumento dei prezzi e per la fine della cosiddetta “doppia utenza”, quella che consentiva di poter assistere in contemporanea ai canali Dazn con un unico abbonamento (funzionalità ora disponibile, ma con un costo superiore). E la stessa azienda ha ammesso i problemi, sia via social che nelle dirette (con i telecronisti che chiedevano scusa ai telespettatori che, ovviamente, non hanno potuto neanche ascoltare quelle “scuse”).

E come riportato questa mattina da Il Corriere della Sera, l’emittente OTT avrebbe motivato questi problemi in questo modo: il tutto non è avvenuto per colpa delle dirette simultanee e dei milioni di utenti collegati, ma a causa della moltitudine di autenticazioni in contemporanea.

Ed ecco i politici e la propaganda

Insomma, le motivazioni possono essere varie e disparate, ma i problemi Dazn ci sono stati e ovviamente questi rappresentano un altro tassello sulla scarsa affidabilità della piattaforma che detiene (ancora per un anno, oltre al campionato in corso) i diritti di trasmissione in esclusiva di 7 match su 10 di ogni giornata di Serie A (mentre i restanti tre sono in co-esclusiva con Sky). E potevano i politici, nel pieno della campagna elettorale, non sfruttare questa situazione per fare propaganda anche su questo? Ovviamente sì, avrebbero potuto. Ma non l’hanno fatto. E, soprattutto, non hanno proposto alcuna soluzione. E così il duo Salvini-Calenda si è distinto.

Da una parte c’è Salvini che sfrutta i problemi Dazn per rilanciare l’hashtag della sua campagna elettorale (#Credo). Dall’altra c’è Calenda che rimpiange i tempi che furono. Ma dove erano entrambi quando la Lega di A scelse Dazn (e la sua tecnologia non ancora affidabile) come referente per i diritti in esclusiva per la trasmissione della Serie A (fino alla stagione 2023-2024)?E poi c’è il Partito Democratico che ha deciso di scendere all’interno della contesa. Ma, a differenza degli altri due protagonisti, in modo differente e, almeno, con segnalazione non solo come un grido sui social, ma alle autorità competenti.

Perché, contestualmente a questo tweet, il Partito Democratico ha inviato una segnalazione urgente e ufficiale ad Agcom. Ma il problema resta sempre lo stesso: non valutare mai prima quel che potrebbe accadere poi. E così i diritti televisivi sono stati consegnati a un’azienda che, volente o nolente, ha evidenti problematiche e non riesce a garantire all’abbonato il servizio per il quale viene corrisposta una cospicua quantità di soldi ogni mese. Ma solo ora, a poco più di un mese dal voto, i politici se ne sono accorti.

(Foto IPP/Marco Verri)