La Raggi è fatta così: prima paga l’acconto per i bus israeliani e poi non li può immatricolare

I bus sarebbero bloccati, adesso, nei depositi tra Roma e Salerno. Quanto basta per scatenare i blogger che fin dall’inizio avevano ironizzato sulla loro provenienza

Ieri la consigliera comunale del Partito Democratico Ilaria Piccolo ha detto all’agenzia di stampa DIRE che i 70 bus israeliani affittati da ATAC non possono circolare a Roma perché sono Euro 5: la loro immatricolazione violerebbe normative comunitarie. In serata ATAC ha ribattuto che: «L’azienda non corre alcun rischio. Il fornitore sta provvedendo all’immatricolazione a sua cura e onere per mettere in strada le vetture come previsto dal contratto», confermando così che quanto raccontato dalla consigliera è verissimo. E il Corriere Roma aggiunge:



I bus sarebbero bloccati, adesso, nei depositi tra Roma e Salerno. Quanto basta per scatenare i blogger che fin dall’inizio avevano ironizzato sulla loro provenienza, Tel Aviv appunto. Mercurio Viaggiatore, tra i più ferrati in fatto di trasporto locale, rilancia subito la notizia su Twitter: «Non possono essere immatricolati perché non rispettano requisiti antinquinamento, ma è già stato pagato il 16% a titolo di acconto, in corso incontri con la Motorizzazione! Nulla da dire Enrico Stefàno e Linda Meleo?».

Il guaio è che, come spiega il Messaggero oggi, il piano per il concordato preventivo, che ha salvato l’azienda dal possibile fallimento, parla chiaro: le linee su gomma, ossia gli autobus, nel 2018 hanno percorso 84 milioni di chilometri, ma quest’anno si dovrà arrivare a quota 89,6 milioni e l’anno prossimo addirittura a 94 milioni. Per centrare l’obiettivo è fondamentale riuscire a rinnovare la flotta.



L’amministratore delegato di via Prenestina, Paolo Simioni, l’estate scorsa è riuscito a ordinare 227 autobus. Ma la società che li dovrebbe produrre ha avuto alcuni problemi finanziari, e i nuovi mezzi arriveranno dopo l’estate, nel migliore dei casi, o addirittura nella parte finale dell’anno. Ecco perché la municipalizzata ha dovuto inventarsi, su due piedi, un’alternativa. Alla fine dell’anno scorso, è stato lanciato un bando per prendere i bus a noleggio. A sorpresa, sono arrivate offerte da tutto il mondo e gli ingegneri dell’Atac hanno viaggiato dall’Olanda alla Germania per visionare i mezzi proposti e per capire se si trattasse di veicoli adatti alla situazione.

Ah, quindi avevano anche controllato?



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