Per Bersani la destra ha la “sindrome di Ovidio” con Berlusconi | VIDEO

Categorie: Politica

Ospite di Lilli Gruber a "Otto e mezzo" su La7, Pierluigi Bersani analizza la candidatura di Berlusconi al Quirinale dal punto di vista del centrodestra: "Hanno la sindrome di Ovidio, non possono stare né con lui né senza di lui"

Pierluigi Bersani torna a parlare – male – della candidatura di Silvio Berlusconi come presidente della Repubblica. Dopo l’intervento a PiazzaPulita, questa volta si è esposto a Otto e mezzo, sempre su La7, ospite di Lilli Gruber. “Abbiamo parlato del centrosinistra, parliamo anche del centrodestra – gli rivolge la parola la conduttrice – Lei ha capito se Berlusconi è definitivamente fuori dalla partita per il Quirinale? Il Cavaliere resiste, anche se non ha i numeri, il centrodestra continua a sostenerlo ma in modo timido”. “Il centrodestra su Berlusconi ha la sindrome di Ovidio – risponde Bersani – né con te né senza di te posso vivere. Un po’ lo votano, un po’ non lo votano, ma non se lo tolgono di mezzo”. “Ma era impensabile che Salvini e Meloni si esponessero”, gli fa notare Gruber. “Quello è Ovidio – la risposta – non lo vogliono ma devono indicarlo. Perché li ha fatti tutti lui, questi qui. Parliamoci chiaro, questo centrodestra non ci sarebbe se non ci fosse stato Berlusconi. Il problema serio è che avendo fatto la proposta hanno voluto dire: ce lo facciamo noi, o con Berlusconi o con una soluzione diversa”.





Per Bersani la destra ha la “sindrome di Ovidio” con Berlusconi | VIDEO

“Può darsi che li abbiamo aiutati noi”, ammette Bersani. “Ma non è vero che loro hanno titolo a dire che tocca a loro, perché la matematica non è un’opinione. Avendo messo lì quella proposta, con eventuale subordine, ci stanno dicendo che fanno loro. Si convincano che non può essere fatto così questo passaggio, perché altrimenti questa cosa metterà il Paese in una situazione piuttosto seria”. Gruber ribatte: “Concretamente vorrebbe dire che tra 4 giorni attorno a un tavolo si devono sedere i leader dei partiti e decidere un nome”. “Da parte nostra non ci sono problemi”, risponde Bersani. “Da parte loro, se vengono col nome di Berlusconi, perdiamo solo tempo, mi pare evidente”. E alla domanda se questa potesse essere una strategia per portare poi al nome di Mattarella o Draghi: “Si ritornerebbe a zero, all’usato sicuro. Ma vogliamo o no allargare lo sguardo? Capire che serve questo se vogliamo trovare un’intesa?”.