I 5 Stelle di governo continuano a sorprendere per la capacità di adottare gli stessi metodi amministrativi dei vecchi partiti e delle amministrazioni precedenti. Nel Municipio XI di Roma Capitale, retto da una giunta a 5 Stelle i consiglieri del Partito Democratico hanno scoperto che l’amministrazione municipale ha fatto affidamenti diretti per lavori di manutenzione del patrimonio per un importo complessivo pari a 270.000 euro opportunamente frazionando gli importi in contratti di 39.900 euro per rimanere sotto la soglia dei 40 mila euro che permette di poter affidare i lavori senza gara. Niente di illegale o di illecito quindi, perché è il codice sugli appalti a consentire gli affidamenti diretti a imprese differenti se l’importo non supera quella cifra, ma non è possibile non notare come in campagna elettorale il MoVimento avesse promesso di non ricorrere agli affidamenti diretti.
A denunciarlo sono i quattro consiglieri del PD del Municipio XI, Maurizio Veloccia, Gianluca Lanzi, Giulia Fainella, Angelo Vastola che hanno “scoperto” gli affidamenti diretti a sette imprese che nel gennaio 2017 hanno svolto quelli che vengono definiti come lavori di ripristino in seguito agli eventi sismici del 30/10/2016. Secondo il PD però quei lavori non hanno niente a che vedere che il terremoto dell’ottobre 2016 perché nel novembre dello stesso anno il Presidente del Municipio Mario Torelli chiariva che i sopralluoghi effettuati dopo il sisma gli edifici pubblici del Municipio XI non avevano rilevato alcuna criticità strutturale conseguente al terremoto e che le eventuali problematiche emersa non compromettevano la tenuta strutturale degli immobili ed erano da attribuirsi ad una carenza di manutenzione ordinaria che non era stata effettuata nel corso degli anni precedenti. Insomma la tesi dei Dem è che il terremoto non c’entra nulla e mancava quindi il carattere d’urgenza per non bandire una gara d’appalto pubblico. Il Municipio XI però ha preferito rivolgersi direttamente a sette imprese scelte non si sa bene con quale criterio. Inoltre gli atti amministrativi di affidamento – in nome della trasparenza – non sono nemmeno stati pubblicati sul sito del Municipio XI ma sono stati “seppelliti”all’interno dell’elenco, obbligatorio per legge, di tutti i bandi del municipio XI, che è un file Excel di 900 righe, non è ordinato neppure cronologicamente che rende se non altro poco agevole e difficoltoso tenere traccia dell’attività di affidamento di quei denari da parte dell’amministrazione pentastellata.
Alle accuse del Partito Democratico il MoVimento ha replicato con una nota pubblicata su Facebook nella quale addossa alla precedente amministrazione la situazione disastrosa del patrimonio immobiliare pubblico alla quale l’attuale amministrazione ha tentato di mettere mano proprio con quelle sette assegnazioni dirette. Il M5S spiega che quei 270 mila euro sono stati spesi tramite affidamento diretto perché a fine 2016 nel bilancio era emersa l’esistenza di soldi non spesi che potevano essere utilizzati per la manutenzione scolastica. Al fine di non perdere quei fondi è stato deciso quindi di procedere d’urgenza spacchettando i lavori e frazionandone gli importi in modo da non dover bandire una gara d’appalto che avrebbe richiesto più tempo. Un concetto ribadito anche dal Vicepresidente del Municipio XI, nonché assessore con delega alle politiche dell’Urbanistica ed edilizia scolastica Luca Mellina che in un’intervista Roma Today si è preso tutta le responsabilità per la scelta di ricorrere agli affidamenti diretti.
Al di là del fatto che la procedura sia legittima (anche se forse la Conte dei Conti potrebbe aver qualcosa da ridire sul frazionamento degli importi) e che quindi il MoVimento non abbia fatto alcunché di illegale rimane la questione dell’opportunità di ricorrere agli affidamenti diretti e di come siano state scelte le imprese, questo né Mellina né il M5S lo chiarisce. Come mai inoltre i soldi per “mettere in sicurezza” le scuole sono stati usati per riparare una caldaia? Inoltre non è possibile non notare come Roma abbia affrontato in tempi recenti uno scandalo dovuto agli affidamenti diretti di denari pubblici e come il Comune sia attualmente in difficoltà di fronte alla questione posta dagli affidamenti diretti – anch’essi legittimi – di spazi pubblici alle Onlus e alle associazioni no profit che sono sotto sfratto. Fino ad ora la risposta dell’Amministrazione comunale è sempre stata quella di promettere l’apertura di bandi di gara per sanare quelle problematiche. Forse, anche se legale, non è stato poi così politicamente opportuno ricorrere agli affidamenti diretti. Infine come mai il Municipio si è accorto a solo dicembre di avere dei fondi disponibili quando la nuova amministrazione a 5 Stelle si è insediata a luglio 2016?Abbiamo fatto tutto nei termini di legge, ma rispetto all’opportunità politica di una scelta del genere, la rivendico e me ne assumo personalmente la responsabilità. Abbiamo ereditato una situazione disastrosa nell’edilizia scolastica, a causa di manutenzioni che non erano state fatte. A questa condizione generale, si sommano le conseguenze dei terremoti. La commissione stabili pericolanti è intervenuta e per dieci scuole sono state redatte delle prescrizioni e delle disposizioni urgenti. Poiché, osservando il bilancio, abbiamo notato che c’erano delle risorse disponibili che non erano ancora state impiegate per l’edilizia scolastica. Per questo abbiamo pensato di ricorrervi, altrimenti sarebbero andate perdute. Con il nuovo codice degli appalti, i tempi previsti per effettuare il bando sono di 3-4 mesi e quindi non si sarebbe fatto in tempo. Ed invece così siamo riusciti ad intervenire sulla riparazione della caldaia del Mandorlo Rosa o sulla tubazione dell’anello antincendio della scuola Fratelli Cervi.
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