Autostrade torna in campo nel decreto Genova

Categorie: Attualità, Fatti

Il governo approva l’emendamento che cancella l’esclusione di Aspi dalle opere “propedeutiche e connesse”alla ricostruzione del ponte

“Potranno prendersi carico solo dei lavori di rimozione delle macerie”: Gianluca Rospi del MoVimento 5 Stelle è il relatore grillino del Decreto Genova e così ha motivato il parere favorevole dato dal governo all’emendamento che rimette in gioco Autostrade per l’Italia su Genova.



Autostrade torna in ballo nel decreto Genova

Un ritorno in bello stile per la società dei Benetton che è riuscita, grazie ai buoni uffici con il commissario Marco Bucci, a rientrare in ballo per la demolizione di ciò che resta del Ponte Morandi secondo uno schema che cancella l’esclusione di Autostrade dalle opere “propedeutiche e connesse” alla ricostruzione del ponte (come enunciato nel comma 7 del primo articolo del decreto). E quindi in linea di principio nulla potrà impedire al commissario straordinario (e sindaco di Genova) Marco Bucci di incaricare la concessionaria anche per la demolizione del viadotto.

Il piano per la demolizione del ponte Morandi sul viadotto Polcevera (Corriere della Sera, 25 agosto 2018)

Gli estensori dell’emendamento sono deputati di Forza Italia, e non a caso: è stato il governatore ligure Giovanni Toti a guidare la soluzione del caso utilizzando anche il potere di veto di Bucci, che ha accettato il ruolo di commissario straordinario in cambio di questo emendamento. La norma andrà in vigore con l’approvazione del decreto ma per cominciare la demolizione bisognerà comunque attendere l’ok della magistratura.



Da leggere: La macchina del fango dei patridioti contro Ilaria Cucchi “sindaco di Roma”

La demolizione del Ponte Morandi

E infatti ieri  il presidente di Confindustria Genova, Giovanni Mondini era tornato pero’ ad auspicare il coinvolgimento di Aspi nella realizzazione del nuovo viadotto. Auspicio a cui il sindaco ha poi risposto, sollecitato dai cronisti: “Io lascio sempre tutte le porte aperte, non ne chiudo mai una. Alla fine vedremo di scegliere quella migliore”. Ma l’ipotesi di un coinvolgimento di Aspi, come più volte ribadito dal governo, è probabilmente l’unica voce del decreto che non subirà alcun tipo di variazione.



Intanto ieri Remo Calzona, 79 anni, ordinario di “Tecnica delle Costruzioni” alla facoltà di Ingegneria alla Sapienza di Roma dal 1978, in un’intervista al Sole 24 Ore ha spento gli entusiasmi delle promesse dei ministri: «Servono almeno 18 mesi per progettare e ricostruire il Ponte di Genova crollato: tre per fare il progetto, tre per scegliere le imprese con mini-gara, u mesi per ricostruire. Diffidate di chi vi propone tempi più rapidi: sono irrealizzabili».

Leggi sull’argomento: Dichiarazione integrativa: la pace fiscale e il condono sul nero