Manca poco più di un mese al 10 marzo, data entro la quale, in base alle circolari attuative della Legge 119/2017 scade il termine per adempiere agli obblighi sulle vaccinazioni obbligatorie per i bambini fino ai sei anni d’età. L’argomento dell’esclusione dalle scuole (che non comporta però l’annullamento dell’iscrizione) è stato oggetto nei giorni scorsi di uno scontro tra la sindaca di Roma Virginia Raggi e la ministra della Salute Beatrice Lorenzin.
La Raggi (ma anche altre amministrazioni comunali) ritengono sia ingiusto escludere dai nidi e dalla scuola dell’infanzia i bambini i cui genitori hanno liberamente deciso di non sottostare all’obbligo e quindi non hanno fatto somministrare le vaccinazioni. In una lettera inviata all’ANCI la ministra ha precisato le modalità di accesso. Due giorni fa intervenendo a Radio Anch’io su Radio 1 la Lorenzin ha aggiunto che «La legge prevede molto chiaramente che anche i bambini che entro il 10 marzo non hanno ancora effettuato le vaccinazioni, purché i loro genitori abbiano provveduto a prenotare un appuntamento per effettuarli, non hanno alcun problema».
Chi ha in mano una prenotazione del servizio vaccinale successiva al 10 marzo potrà continuare a mandare i figli all’asilo o alla scuola materna. Chi invece non ha nemmeno quella, ed ha già usufruito della proroga concessa tramite l’autocertificazione di settembre, evidentemente si pone al di fuori della legge. È il caso di alcuni genitori di un istituto comprensivo della Provincia di Cuneo che – come riporta la Stampa – si sono trovati già le porte chiuse. Si tratta di quattro bambini che non sono stati vaccinati. Ce ne sarebbe stato un quinto che però la scorsa settimana è stato portato all’ASL e quindi risulterebbe ora in regola. A quanto pare i genitori si sono resi conto che tenere il bambino a casa avrebbe comportato non pochi problemi e difficoltà.
La Stampa dà ampio spazio alle recriminazioni dei genitori degli “esclusi” ma non riferisce che gli stessi non hanno presentato alcun documento che attesti la prenotazione presso il centro vaccinale e dunque un’imminente vaccinazione. Stando a quanto si legge le famiglie in questioni non sono “esitanti” ma veri e propri free-vax (o no-vax). Infatti si lamentano che l’ASL CN 1 si rifiuterebbe di fornire le informazioni richieste dai Genitori Informati. Come è noto infatti diversi “protocolli” approntati dalle associazioni free-vax consigliavano ai genitori di chiedere alle ASL di produrre tutta una serie di documenti sui vaccini tra cui il «bugiardino» dei vaccini, le condizioni contrattuali tra ASL e le case farmaceutiche ed infine il numero dei singoli lotti. Tutto ovviamente con l’obiettivo di perdere tempo e rimandare la vaccinazione.
Una strategia che serviva a temporeggiare in attesa della sentenza della Corte Costituzionale, che però è arrivata e ha confermato la costituzionalità della legge. Non resta dunque, come fanno tutti i cittadini di questo Paese, di adeguarsi alla legge. Uno dei papà in questione sostiene di parlare per almeno 1000 genitori della provincia di Cuneo. Numeri che sembrano esagerati visto che a metà novembre su Facebook l’Azienda sanitaria rendeva noto che su 1346 bambini dell’asilo solo 25 non erano vaccinati. Mentre il quotidiano locale LaGuida.it a inizio gennaio riferiva che nella fascia d’età tra uno e dieci anni da settembre a dicembre sono state circa 3.000 le vaccinazioni effettuate negli ambulatori dell’Asl Cn1 sui soggetti che non avevano assolto l’obbligo di legge. A quanto pare ora di quei 25 sono rimasti solo 4 “irriducibili” che invece si sono presentati al colloquio al centro vaccinale senza i figli e che si lamentano di non essere stati adeguatamente informati. E per fortuna che questi sono i cosiddetti genitori informati che ne sanno più dei medici.